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    A caccia del Dna delle api autoctone per salvare gli alveari

    Uno studio dell’Università di Edimburgo aiuterà a preservarne la salute

    di Redazione Open Innovation | 13/12/2018

Mappare il DNA delle api autoctone per individuarne i ‘punti deboli’, e contribuire così a preservare la salute di questi insetti, con benefici per l’ambiente oltre che per gli apicoltori. 

Questo l'obiettivo dello studio avviato dall’Università di Edimburgo sulle Api Mellifere native del Regno Unito, ricerca che potrebbe presto rivelarsi preziosa per tutti gli apicoltori del mondo e quindi anche per i tanti produttori di miele della Lombardia dove si contano 140 mila alveari, per una popolazione stimata di più di 4 miliardi di api.

Questi insetti svolgono poi un ruolo fondamentale nell’impollinazione di colture e piante selvatiche, quindi ridurre al minimo i rischi per loro è cruciale anche per l’uomo. Il team di ricercatori ha analizzato l’intera composizione genetica delle colonie di api del Regno Unito e le ha confrontate con quella di api di importazione recente.

Il team di ricercatori del Roslin Institute dell’Università ha dunque scoperto che le api di alcuni alveari in Scozia sono geneticamente molto simili alla Dark Honey Bee originaria del Regno Unito, anche se questi ceppi provenienti dall’Europa meridionale sono stati importati molti anni fa: una buona notizia poiché dimostra che le api autoctone, considerate una specie in pericolo, sopravvivono meglio ai climi più freddi rispetto ai loro parenti sud-europei.

“Abbiamo creato una piattaforma che potrebbe rivoluzionare il modo di monitorare le minacce alle api e mantenere la loro salute. Il costo decrescente del sequenziamento del DNA potrebbe potenzialmente consentire che questo tipo di analisi diventi una routine”, spiega allora Tim Regan, ricercatore del Roslin Institute.

Il team ha anche analizzato la composizione genetica di batteri e altri organismi che vivono all’interno delle api - il cosiddetto metagenoma - scoprendo organismi che non si erano mai visti nelle api da miele e che potrebbero essere causa di diverse malattie. Gli alveari infettati da questi organismi possono anche essere più suscettibili ad altri tipi di infezioni.

L’intera ricerca è stata pubblicata su Nature Communications.

 

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