• Storie di innovazione

    Con i sensori di “Lampo” l’allerta contro i nubifragi diventa a breve termine

    Il progetto di PoliMi e ARPA vedrà le prime stazioni a Carate Brianza e Cesano Maderno

    di Redazione Open Innovation | 17/01/2019

Saranno Carate Brianza e Cesano Maderno i primi centri lombardi ‘avanguardia’ dell’innovativo progetto “Lampo” (Lombardy-based Advanced Metereological Predications and Observation), che punta a prevedere nel breve periodo temporali e violenti eventi atmosferici, riducendo l’impatto di dissesti idrogeologici.

A fine 2018 sono stati infatti effettuati i sopralluoghi, in particolare sul tetto del Comune di Carata, per verificare come installare le prime due stazioni Gps/Gnss previste dal progetto per stimare il contenuto del vapore acqueo che si trova nello strato più basso dell’atmosfera, permettendo di migliorare le previsioni nel brevissimo termine di precipitazioni, e in particolare di eventi meteorologici straordinari come i nubifragi.

I PARTNER

Il progetto, finanziato dalla Fondazione Cariplo, è sviluppato dal laboratorio di Geomatica e Osservazione della Terra Geolab del Politecnico di Milano, con la collaborazion di ARPA Lombardia, – Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente – e di Softeco Srl, azienda di punta del settore ICT. In particolare, ARPA parteciperà alla progettazione e installazione della stazioni GNSS, fornendo i dati della rete idrometeorologica regionale e collaborando alla taratura degli algoritmi per la generazione degli early warning. Softeco contribuisce invece con GeoGuard, sistema di controllo continuo geodetico e ambientale utilizzabile sia nel monitoraggio dei movimenti di infrastrutture e di elementi naturali, sia appunto di tipo meteorologico. 


INNOVAZIONE LOW COST

Lampo rappresenta un’assoluta novità: mai in Italia sono stati utilizzati sensori di questo genere. Avviato nel maggio 2018, Lampo ha una durata biennale e prevede l’installazione di 8 stazioni in un territorio compreso tra Milano, Como e Monza Brianza nell’area dl fiume Seveso.

Una maggiore copertura satellitare garantisce una migliore precisione nel posizionamento e nella stima del vapore acqueo. Attualmente l’uso di questa tecnologia è limitato dai costi elevati, ma la sfida di Lampo è quella di utilizzare strumenti prototipali a basso costo, che consentiranno di installare un numero maggiore di stazioni di misura, creando così una vera e propria rete, come spiega la responsabile del progetto, Giovanna Venuti del Politecnico di Milano: “Il basso costo permetterà di creare una rete sempre più fitta e capillare per sperimentare il monitoraggio dell’alta variabilità del vapore acqueo e l’utilità nella gestione delle emergenze aeree di estensione limitata”.

Parte integrante del progetto saranno lo sviluppo dei servizi operativi user oriented e della disseminazione dei dati in modalità open data: entrambe le attività saranno in carico ad ARPA.

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