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    Produzione e autoconsumo da fonti rinnovabili, al via 15 progetti pilota

    La UE promuove Autoconsumo Collettivo e Comunità dell’Energia. RSE valuterà alcuni casi studio

    di Redazione Open Innovation | 31/12/2020

Nel 2001 una Direttiva UE sollecita i singoli Stati a favorire la possibilità di autoconsumare l’energia prodotta, anche collettivamente, e di normare giuridicamente le Comunità di energia rinnovabile.

Ecco allora entrare in gioco Autoconsumo Collettivo e Comunità dell’Energia, come modalità di organizzazione dei cittadini per rispondere, in modo collettivo, ad alcuni bisogni in ambito energetico, sociale e ambientale. Autoconsumo Collettivo e Comunità dell’Energia vengono riconosciuti a livello istituzionale con la Direttiva Rinnovabili (RED II1) e la Direttiva Mercato Elettrico (IEM2) – promosse dall’UE nell’ambito del Clean Energy for All Europeans Package.

In particolare, nel caso di un singolo edificio con una molteplicità di utenze (come può essere un condominio) si parla di autoconsumo collettivo, mentre nel caso di un insieme di utenti di diverso tipo (non energetici) si parla di comunità.

A livello europeo si intende così porre i cittadini al centro di un nuovo modello energetico, che aumenti l’efficienza nella produzione e consumo di energia delle famiglie, per combattere la povertà energetica grazie alla riduzione delle tariffe di fornitura per gli utenti singoli e per le utenze collettive.

Parlamento e Consiglio Europeo dispongono che le comunità operino nel mercato dell’energia senza avere una prevalente finalità di lucro, con l’obiettivo di soddisfare esigenze di tipo ambientale, economico e sociale e, solo in ultima istanza, di profitto.

Le attività possibili secondo le direttive sono quindi molteplici, maggiore sarà la complessità delle configurazioni che le CER (Comunità dell’Energia) potranno assumere, tanto più grandi e diversificate saranno le competenze in campo energetico che dovranno possedere i soci o membri.

Per questo motivo la Direttiva Rinnovabili evidenzia come sia necessaria una collaborazione tra i cittadini e i soggetti che già oggi operano in campo energetico, come per esempio le ESCo (Energy Service Company), i distributori locali o altri operatori industriali.

Le novità normative in Italia

In Italia per anticipare il completo recepimento della Direttiva RED II e per sperimentare le ricadute degli schemi di Autoconsumo Collettivo e delle CER, è stata promulgata la Legge 8/2020. La legge incarica inoltre ARERA (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e il Ministero dello Sviluppo Economico di definire rispettivamente:

- il modello di regolazione da applicare a questi nuovi soggetti;

- gli schemi di incentivazione dell’energia che viene condivisa.

Per quantificare i benefici apportati alla rete da questi nuovi soggetti del sistema elettrico e adottare un approccio cost-reflective, la Deliberazione introduce le seguenti definizioni:

- energia elettrica effettivamente immessa: è l’energia elettrica immessa nella rete al netto dei coefficienti di perdite convenzionali;

- energia elettrica prelevata: è l’energia elettrica prelevata dalla rete da ciascuna utenza che partecipa allo schema;

- energia elettrica condivisa: è, in ogni ora, il minimo tra la somma dell’energia elettrica effettivamente immessa e la somma dell’energia elettrica prelevata per il tramite dei punti di connessione che rilevano ai fini di un gruppo di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente o di una comunità di energia rinnovabile

Infine il 16 settembre 2020 il Ministro dello Sviluppo Economico ha firmato il decreto attuativo attraverso il quale vengono stabilite le tariffe incentivanti e le relative modalità di accesso.

Il Decreto incentiva l’energia condivisa tra i partecipanti ai due schemi, valorizzandola con due incentivi differenziati di tipo feed-in premium – 100 €/MWh per gli schemi di autoconsumo collettivo e 110 €/MWh per le CER.

L’incentivo viene introdotto con l’obiettivo di sostituire progressivamente l’istituto dello scambio sul posto e, come indicato nel Decreto, “tenendo conto dell’equilibrio complessivo degli oneri in bolletta e della necessità di non incrementare i costi tendenziali rispetto a quelli dei meccanismi vigenti”.

L’incentivo viene erogato per un periodo di 20 anni, al fine di consentire una adeguata remuneratività degli investimenti.

Il ruolo di RSE

In tale contesto normativo RSE - società di Ricerca sul Sistema Energetico controllata da GSE (Gestore Servizi Elettrici), ovvero l’ente pubblico incaricato di studi e documentazione su fonti rinnovabili ed efficienza energetica - ha ricevuto dalla Commissione Europea un incarico per il supporto tecnico al Ministero dello Sviluppo Economico per tale recepimento. Inoltre RSE è incaricata di svolgere attività di studio per promuovere l’implementazione di progetti pilota di schemi di Autoconsumo Collettivo e Comunità di Energia Rinnovabile.

A tale scopo RSE ha recentemente avviato un’azione di promozione e valutazione di casi studio, per svolgere un’analisi costi-benefici dal punto di vista energetico, di dimensione economica, ambientale e sociale, sia per i soggetti coinvolti nei progetti pilota sia per il sistema nel suo complesso.

RSE ha costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare, in collaborazione con i soggetti locali interessati, e svolge un ruolo di coordinamento, studio – dal punto di vista regolatorio e tecnologico – monitoraggio e valutazione dei risultati dei progetti pilota realizzati.

L’obiettivo finale è dimostrare la fattibilità, i benefici energetici, economici, ambientali e sociali legati all’introduzione delle Comunità di Energia Rinnovabile e degli schemi di Autoconsumo Collettivo, nonché analizzare le barriere tecnologiche, territoriali, legislative e regolatorie che dovranno essere superate al fine di garantirne una adeguata diffusione.

Per gli schemi di Autoconsumo Collettivo sono stati selezionati 9 progetti pilota.

Con riferimento invece alle Comunità Energetiche e nell’ottica di una visione prospettica di più ampio respiro, RSE ha avviato uno studio che va oltre l’attuale quadro normativo e regolatorio promuovendo 6 progetti pilota che, diversamente da quanto proposto dalla Legge 8/2020, non prevedono limitazioni alla potenza di generazione installata e considerano punti di immissione e di prelievo sottesi alla medesima cabina primaria.

Al termine dello studio potrà essere verificata la reale possibilità che l’applicazione di soluzioni tecnologiche per gestire in modo ottimale un insieme di risorse energetiche distribuite riesca ad abilitare una maggiore interazione tra gli attori delle comunità e degli schemi. Ciò favorirà un esercizio del sistema elettrico dinamico ed efficiente, una maggiore penetrazione delle fonti rinnovabili e della cogenerazione, la riduzione delle perdite di energia nelle reti di trasporto e distribuzione e le necessità di riserva e bilanciamento.

Grazie all’incremento della generazione distribuita dell’energia sarà possibile creare network locali, con un aumento dell’autonomia e della possibilità di scelta in termini di soluzioni più adatte alle esigenze territoriali, per promuovere una maggiore e più consapevole partecipazione dei cittadini all’attuale evoluzione dello scenario energetico nazionale.

Leggi il dossieRSE completo a questo link.

 

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