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    Lotta ai tumori, CheckmAb con 10 milioni primo in Italia per finanziamenti

    Ecco traguardi e obiettivi dello spin-off dell’Università degli Studi di Milano

    di Redazione Open Innovation | 09/08/2019

Fin dalla sua nascita, nel marzo 2018, CheckmAb ha puntato in alto nella lotta contro i tumori aggressivi. A poco più di un anno dal lancio, lo spin-off dell’Università Statale di Milano creato con l’obiettivo di fare passi avanti nella ricerca di immunoterapie efficaci e con bassi livelli di tossicità, ha raggiunto un importante primato: con oltre 10 milioni di euro raccolti, è la startup universitaria prima in Italia per finanziamenti ricevuti.

E l’asticella è sempre più alta per il progetto basato su un brevetto nato da un’idea di Sergio Abrignani, docente di Patologia Generale, e del collega Massimiliano Pagani, professore di Biologia molecolare all’Università degli Studi del capoluogo, insieme all’Istituto Nazionale di Genetica Molecolare “Romeo ed Enrica Invernizzi”, oltre a Principia SGR, società di Venture Capital di Milano: l’obiettivo dichiarato è di raggiungere i 15-20 milioni di euro con un ulteriore step di fundraising, che consenta di proseguire con le sperimentazioni fino al 2021.

Anticorpi 'speciali'

Le ricerche riguardano la creazione di anticorpi monoclonali, utilizzati per combattere molecole sulla superficie dei linfociti infiltranti i tumori, risparmiando i linfociti del resto del corpo così da evitare le reazioni autoimmuni normalmente correlate all’utilizzo degli anticorpi per l’immunoterapia dei tumori.

Test clinici entro due anni

Entro due anni il team di ricercatori - provenienti da esperienze presso grandi case farmaceutiche e centri di ricerca internazionali - vuole arrivare a prove cliniche di fase 1, quelle che nello studio antitumorale seguono gli studi di laboratorio. Gli anticorpi monoclonali che inibiscono i linfociti T regolatori intratumorali sono già stati identificati; ora si vuole completare lo sviluppo preclinico di almeno uno di questi entro il 2020.

Secondo le stime dei fondatori di CheckmAb, gli anticorpi sviluppati nei prossimi anni saranno utilizzati per trattare il 20% dei pazienti oncologici con tumori avanzati che non possono affrontare altri percorsi immunoterapici.

“CheckmAb è un ottimo esempio - hanno sottolineato Abrignani e  Pagani  – di come la ricerca accademica possa essere tradotta in attività d’impresa e creare valore”.

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