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    Corsa a tre verso Marte mentre con Artemis l’Italia si muove verso la Luna

    Il 18/2 missione USA dopo quelle di EAU e Cina. ASI e Thales Alenia Space insieme nel progetto NASA

    di Redazione Open Innovation | 18/02/2021

L’arrivo della sonda statunitense Perseverance nell’orbita di Marte è previsto per la sera del 18 febbraio e solo dopo le 22, ora italiana, si chiarirà se questa riuscirà a completare l’atterraggio, manovra tra le più complesse - per velocità del mezzo e rarefazione dell’atmosfera marziana - eseguita tutta in automatico, senza controllo da Terra viste le enormi distanze in gioco.

In ogni caso, questo momento rappresenta idealmente una delle tappe più significative di una corsa allo Spazio rinnovata e forte di nuovi protagonisti.

La sonda USA è infatti la terza a tentare l’atterraggio sul Pianeta Rosso solo nelle ultime due settimane; prima di Perseverance, il 10 febbraio era stata la volta di un’astronave automatica cinese, preceduta a sua volta il 9 dall’esordio di una sonda degli Emirati Arabi Uniti, primo Paese arabo a entrare in questo ‘club’ dello Spazio.

Il traguardo delle tre missioni di EAU, Cina e UE si compie in questo mese perché tutte avevano effettuato le operazioni di lancio lo scorso luglio, nel momento in cui la posizione della Terra risultava più favorevole per raggiungere Marte. Hope (o “Al Amal” in arabo, ovvero “Speranza”) ha raggiunto l’obiettivo con successo: un momento storico, che apre nuovi scenari ed equilibri per il futuro dell’esplorazione spaziale.

Anche l’attivismo cinese è stato premiato: la sonda della Cina ora rimarrà in orbita tre mesi per una serie di esperimenti, per poi atterrare a maggio sulla superficie che verrà esplorata anche tramite un piccolo rover. Stesso obiettivo per Perseverance: il suo rover è dotato anche di trivelle per l’estrazione di campioni di suolo marziano.

Il ruolo dell’Europa

In questa inedita corsa a tre per la scoperta dei segreti di Marte, la grande esclusa sembra essere l’Europa, che stretta tra l’altro dalla morsa del Covid ha dovuto rinviare al 2022 il nuovo lancio della missione ExoMars dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) e dell’agenzia russa Roscomos, e quindi si ‘limita’ a collaborare con la NASA per riportare sulla Terra i primi campioni prelevati da Perseverance su Marte, presumibilmente entro il 2031.

Quanto all’Italia, guarda in una direzione specifica. E si muove verso la Luna con Artemis, programma di esplorazione condiviso con gli Stati Uniti. L’Agenzia Spaziale Italiana e Thales Alenia Space Italia, (JV tra Thales 67% e Leonardo 33%) hanno infatti stretto un accordo di collaborazione finalizzato allo studio di fattibilità e alla progettazione preliminare (fasi A/B) di un modulo multi-purpose legato alla missione con cui la NASA vuole portare un equipaggio umano sulla Luna. Uno studio di dieci mesi, che porterà all’ideazione di una struttura pressurizzata polivalente, flessibile ed evolvibile, in grado di adattarsi a un ampio ambito di applicazioni.

Competenze specifiche

Una di queste applicazioni è la cabina equipaggio per gli astronauti dello Human Landing System (HLS) NASA, in fase di progettazione anche da parte di un team guidato dall’azienda statunitense Dynetics che vede coinvolta anche Thales Alenia Space Italia. Gli altri programmi di riferimento riguardano futuri habitat per la superficie lunare, sia stanziali (shelter) che mobili (rover pressurizzato), nonché cargo per la logistica lunare.

Le competenze e capacità produttive dell’Italia le consentono di ambire a sviluppare una soluzione abitativa evoluta, compatibile con l’ambiente di superficie lunare e in grado di servire sia moduli di trasferimento (lander) che successivi habitat permanenti (shelter) che veicoli pressurizzati per lunghe percorrenze (pressurized rover). A questo si affianca la possibilità di valutare il trasferimento di alcuni elementi tecnologici di una simile struttura anche ad applicazioni di logistica per lo spazio profondo (deep space cargo).

Un progetto sviluppato in partnership con gli Stati Uniti grazie alla stretta collaborazione che da oltre trent’anni vede in prima linea l’Agenzia Spaziale Italiana e l’industria del nostro Paese nell’ambito dei programmi di esplorazione spaziale. Il programma Artemis ha intensificato ulteriormente questi rapporti, grazie appunto all’esperienza italiana di progettazione e costruzione di habitat spaziali, riconosciuta a livello mondiale.  

 

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