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    Ecco come il grafene innova il tessile. Anche per sport e moda

    Tessuti high-tech e resistenti alle fiamme, prodotti con il sostegno di Regione

    di Redazione Open Innovation | 09/08/2019

L’anno scorso sono arrivati perfino in Germania, alla più importante fiera a livello europeo nel settore degli sport all’aria aperta. Stiamo parlando dei tessuti hig-tech a base di grafene, prodotti dall’azienda Directa Plus di Lomazzo (Como) capofila del progetto GRATA sostenuto da Regione Lombardia con i fondi del bando Smart Fashion (Asse I POR FESR 2014-2020).

Scoperto nel 2004 da due scienziati dell’Università di Manchester, a cui è valso il premio Nobel per la fisica nel 2010, il grafene, derivato dalla grafite, è un materiale leggero ed estremamente resistente, caratteristiche che lo rendono impiegabile nei settori più disparati.

Destinati principalmente allo sport ma anche al mondo della moda, la particolarità dei tessuti dell’azienda comasca sta nella presenza di una vera e propria rete di grafene incorporata nel filato e capace di interagire col calore del corpo garantendo una gestione intelligente del calore, disperdendolo o distribuendolo in modo uniforme. Una caratteristica preziosa per i capi sportivi.

Un materiale che rispetta l’ambiente

È basso l’impatto ambientale, sia nell’utilizzo sia nella produzione. Il minerale naturale, la grafite appunto, viene trattata per poi essere pronta ad adattarsi al tessuto: viene fatta “esplodere” ad una temperatura di circa diecimila gradi centigradi, oltre la temperatura della superficie del sole. Non oggetto di una lavorazione chimica, ma di una trasformazione unicamente fisica e quindi sostanzialmente ecologica. L’azienda ne produce circa trenta tonnellate all’anno.

Gli impieghi diversificati del grafene

Impatti notevoli sono possibili anche in altri settori, come in quello architettonico, come ha sottolineato in una recente intervista al TG1 il professor Luigi De Nardo, docente di Scienza e tecnologia dei materiali al Politecnico di Milano: col grafene è possibile infatti “controllare la trasmissione del calore nei tendaggi e questo ha un impatto anche sull’architettura”.

L’azienda Directa Plus, incubata in ComoNExT - Innovation Hub, ha già utilizzato il grafene in ambiti differenti. Tra i materiali prodotti c’è anche la spugna che ripulisce i mari dal petrolio, oppure l’asfalto del futuro che non si usura, al centro del progetto Ecopave: anche quest’ultimo è stato sotenuto dall’ente regionale con 3,2 milioni di euro di Fondi POR FERS 2014-2020, attraverso lo strumento innovativo degli Accordi per la ricerca.

In generale, quelle derivate dal grafene sono stoffe anche potenzialmente resistenti alle fiamme o - in un futuro - capaci di renderci invisibili ai satelliti oppure, ancora, in grado di permetterci di ricaricare batterie con il nostro corpo.

Il partenariato del progetto GRATA

A dare vita al progetto GRATA è stato un partenariato che accanto alla capofila Directa Plus vede anche il Politecnico di Milano come centro di ricerca; c’è poi un’altra azienda comasca, la Soliani Emc, produttrice di materiali schermanti per interferenze elettromagnetiche e di articoli tessili metalizzati, parte del Cluster aerospaziale lombardo; e infine poi Novaresin Spa, azienda del lecchese fondata nel 1970, leader nel finissaggio e nella resinatura dei tessuti.

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