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    Startup ad alto tasso di conoscenza, Lombardia batte Germania e Francia

    Indagine Assolombarda: 20 mila in otto anni, fatturano 8,4 miliardi di euro

    di Redazione Open Innovation | 20/08/2019

Se, come dicono gli economisti, il radicamento di startup ad alta intensità di conoscenza in un territorio è cartina tornasole della competitività di un ecosistema, la Lombardia manifatturiera e tecnologica può ben ritenersi in salute. Dalla terza edizione del “Booklet Startup”, indagine che confronta e analizza i tassi di natalità, sopravvivenza e acquisizione delle startup knowledge intensive (KI) lombarde rispetto a quelli degli altri 4 “motori d'Europa” (Baden-Württemberg, Bayern, Cataluña e Rhône-Alpes) ovvero le regioni europee a maggior vocazione produttiva, emerge infatti chiaramente il dinamismo dell’imprenditoria innovativa milanese.

Fatturato a quota 8,4 miliardi: 1/3 del totale italiano

La ricerca, curata da Centro studi Assolombarda e Politecnico Milano, si concentra sulle startup nate dal 2009 al 2017 nelle cinque regioni che insieme rappresentano un quinto (21,4%) delle startup dell’Europa a 4 (Italia, Germania, Francia e Spagna), con la sola Lombardia che pesa per il 4,5%.

Le startup analizzate sono tutte appartenenti ai settori “Manifattura, Servizi e Arte, cultura e attività creative”. La nascita di imprese di questo tipo rappresenta, infatti, un forte stimolo in chiave innovativa al tessuto imprenditoriale. E anche per le startup, localizzarsi in un territorio dinamico e competitivo, rappresenta un fattore di vantaggio.

Il peso in termini di brevetti e ricerca

La Lombardia e Milano sono un esempio di questo circolo virtuoso fatto di imprese, centri di ricerca, laboratori, incubatori e, appunto, startup che si contaminano reciprocamente. Il risultato è evidente: in un’area che ospita il 17% della popolazione italiana, si concentra il 32% dei brevetti italiani e si effettua il 27% della ricerca scientifica nazionale maggiormente citata a livello globale.

Alla fine del 2017 le startup knowledge intensive rappresentavano quasi il 13% delle nuove società di capitali del territorio, con un’incidenza più alta rispetto a quella nazionale, pari al 10,5%, producendo 8,4 miliardi di fatturato (pari a un terzo del totale italiano) e impiegando 120 mila persone, compresi sia gli addetti sia i soci (1/4 del totale italiano).

Le startup lombarde risultano più strutturate rispetto alla media italiana, infatti il fatturato medio per startup è pari a 508 mila euro (103 mila euro in Italia) e la dimensione media è di 4,9 addetti per startup (4,6 addetti in Italia). In termini di produttività, il fatturato per addetto è pari a 103 mila euro in Lombardia, ben al di sopra della media italiana (81 mila euro).

Il 23% delle startup knowledge intensive italiane nato in Lombardia

In otto anni, quelli presi in esame, la Lombardia ha visto nascere quasi 20 mila startup knowledge intensive, un numero ben superiore a quello del Baden-Württemberg (13,6 mila) e del Rhône-Alpes (16,9 mila) e che incide sul totale nazionale per il 23%, la percentuale più elevata di tutte le regioni a forte vocazione produttiva.

I settori di specializzazione delle startup KI tricolori sono la Manifattura (14,7%) e l’Arte, cultura e attività creative (10,5%). Dopo un forte incremento tra il 2014 e il 2016, il tasso di natalità (rapporto tra il numero di startup nate e il numero di abitanti) lombardo nel 2017 si è stabilizzato a 38,6 startup KI nate ogni 100 mila abitanti, un dato ancora superiore a quello delle regioni tedesche, che restano ben sotto le 30 startup.

Gli investitori scommettono (e in fretta) sulle startup milanesi

Dal lato acquisizione, le startup knowledge intensive lombarde non solo risultano molto attrattive agli occhi degli investitori, ma lo diventano anche più velocemente (già dal 4° anno d’età) rispetto, ad esempio, alle startup tedesche. In particolare, le Industrie basate sulla scienza registrano a fine 2017 un tasso di acquisizione particolarmente alto (il 5,6% del totale startup nate tra il 2009 e il 2017). Buone le performance di crescita, soprattutto per la Manifattura, infatti il 16,2% delle startup del segmento “Macchinari e strumenti specializzati” registra il risultato più alto tra tutti i settori e tutte le regioni europee.

L’unico neo è il tasso di sopravvivenza

Il quadro delle startup lombarde presenta sì molte luci, ma anche alcune ombre. Tra queste è evidente il basso tasso di sopravvivenza. Le startup lombarde faticano a superare il periodo di “start” e a irrobustirsi col passare degli anni. L’appeal verso gli investitori, come abbiamo visto, non si discute, ma anche il rischio di non decollare e chiudere è ugualmente elevato. Le startup sopravvissute a fine 2017 in Lombardia sono infatti l’83% contro il 90% di Baden-Württemberg, Bayern, Cataluña. E l'esito non cambia se si analizza anche il percorso delle startup più mature, cioè quelle con 5-7 anni di vita.

Basti pensare che il 4,4% delle startup al settimo anno rischia ancora di chiudere, invece le startup tedesche, già dopo il terzo anno di vita, registrano un crollo del rischio di cessazione dell’attività che dal 3,5% scende all’1% circa al settimo anno di vita. Scomponendo il rischio di chiusura per settori, le startup manifatturiere lombarde si rivelano le più solide, in quanto il loro rischio al settimo anno di vita risulta sotto il 4% (3,6%), mentre i Servizi ricalcano la media lombarda (4,4%) e l’Arte, cultura e attività creative presenta un rischio sopra la media (5,5%) .

Assolombarda: “Equiparare l’investimento in startup a quello in ricerca”

Le startup knowledge intensive manifatturiere lombarde risultano capaci di grande slancio. Merito delle caratteristiche dell’ecosistema territoriale che mette a disposizione delle startup un fitto network integrato di multinazionali, grandi imprese, medie imprese a vocazione internazionale e piccole imprese familiari, con cui scambiare best practice, dialogare e fare business – ha dichiarato Stefano Venturi, vicepresidente Assolombarda, presidente e AD Hewlett Packard Enterprise Italia presentando la ricerca – ora, però, ha aggiunto, occorrono ulteriori misure e incentivi a sostegno delle nuove iniziative imprenditoriali che consentano alle nostre startup di superare la fase di avvio e di irrobustirsi con il passare degli anni. Tra questi, per favorire le operazioni di open innovation e corporate venture capital tra aziende mature e startup, proponiamo di equiparare l’investimento in startup a quello in Ricerca & Sviluppo”.

A questo link è possibile consultare integralmente la ricerca.

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