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    Agricoltura, con il bando regionale FABER l’innovazione è sostenibile

    La bergamasca TibiBio ha acquistato una pressa a impatto ambientale e consumi ridotti

    di Redazione Open Innovation | 16/12/2019

Prodotti e processi innovativi per l’agricoltura: questione la missione di TibiBio, impresa è costituita nel 2012 a Canonica d’Adda (Bergamo) per produrre accessori e componenti tecnici con materiali ottenuti da fonti rinnovabili.

Sfruttando le competenze acquisite in oltre trent'anni di attività del padre Pier Luigi, i figli Dario e Nicola Tibaldi hanno fondato l’impresa e cominciato a produrre ganci biodegradabili e compostabili - nel rispetto di specifiche norme di compostaggio - per la legatura manuale dei filari dei vigneti.

I ganci presenti sul mercato sono sempre stati o di plastica ottenuta da petrolio con conseguenti problematiche di rilascio di microplastiche nel suolo coltivato, oppure di cartone pressato che presenta criticità di resistenza alle variabili condizioni meteo durante la stagione.

La validità dell’idea innovativa, che era stata presentata anche a Vinitaly presso il padiglione Enolitech, dedicato alle innovazioni nel settore vitivinicolo, è stata verificata sul campo, dimostrando la perfetta integrità e tenuta dei ganci in tutte le fasi della coltivazione. Inoltre, grazie alla biodegradabilità del materiale (nel rispetto della norma europea EN13432), ora alcuni tra i più importanti produttori di vini di pregio (italiani ed esteri) possono garantire che i terreni dei propri vigneti non vengono inquinati da materie plastiche.

Gli altri prodotti

Dopo il successo dei ganci per viticoltura, sono stati studiati e realizzati nuovi prodotti sostenibili per l’agricoltura, come gli elementi di supporto e clip per piante di pomodoro/peperone/cetriolo coltivati in serra, nonché un tubo brevettato per la protezione per la protezione del fusto delle piante giovani o appena trapiantate: componenti che se realizzati in plastica potrebbero rilasciare nei campi o nelle serre microplastiche dannose, possono ora arricchire il terreno stesso trasformandosi in humus al termine di un corretto ciclo di compostaggio industriale.

“La nostra intenzione – spiegano i fratelli Tibaldi - è quella di approfondire la conoscenza delle tecniche agricole per individuare soluzioni innovative ai problemi di coltivazione di piante e ortaggi, avendo come focus la sostenibilità ambientale”.

L’attenzione al processo produttivo

La sensibilità ecologica di TibiBio non si limita all’ambito dei prodotti realizzati, ma si estende anche alla sede aziendale e agli impianti del processo produttivo: l’impresa utilizza in parte energia proveniente da fonti rinnovabili, grazie a un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, unitamente a un sistema geotermico per il raffreddamento delle macchine e degli ambienti di lavoro (intervento realizzato grazie al progetto regionale TREND del “Bando per la realizzazione di progetti di efficientamento energetico”).

Addio olio inquinante

Un ulteriore passo avanti è stato recentemente conseguito con l’investimento supportato dal bando regionale FABER: è stata acquistata ed è già in funzione la nuova pressa con tecnologia full electric che a differenza delle presse tradizionali oleodinamiche, non utilizza olio idraulico per azionare i movimenti, eliminando così tutti la maggior parte dei problemi di contaminazione dell’ambiente di lavoro e di smaltimento di un rifiuto speciale altamente inquinante.

Oltre ai vantaggi ambientali, la nuova pressa è caratterizzata da un’elevata efficienza: consumo energetico ridotto del 70% rispetto a quelle tradizionali oleodinamiche, con possibilità di sovrapporre i movimenti con conseguente riduzione del tempo ciclo per la produzione e bassi costi di manutenzione.

“Il bando Faber ha risposto in modo adeguato e in tempi brevi alle nostre esigenze - sottolineano allora i fondatori di TibiBio -: quest’anno ai primi di aprile abbiamo presentato la nostra domanda e in novembre la macchina è già operativa. Riteniamo che sia stato uno dei bandi più interessanti degli ultimi anni perché supporta effettivamente la piccola e media impresa nel poter affrontare il rinnovo del parco macchine e accessori che altrimenti si tende sempre a rimandare, con il rischio di farci stare un passo indietro sul piano competitivo”.

 

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