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    Coronavirus, le voci dei medici e degli ospedali lombardi: “Noi in trincea”

    Gli appelli ai cittadini perché rispettino le raccomandazioni delle autorità

    di Redazione Open Innovation | 09/03/2020

Voci che raccontano un dramma, eppure piene di energia. Sono quelle dei tanti medici lombardi al lavoro nelle strutture sanitarie diventate la prima linea di risposta alla diffusione del coronavirus, e che sempre più spesso affidano ai social appelli diretti ai cittadini.

Da giorni se non settimane sono bloccati negli ospedali con turni massacranti, senza riposo né sempre più spesso la possibilità di vedere i propri familiari. Nel settore pubblico, ma non solo. Come ricorda Federica Brena, oncologo a Bergamo alla clinica Gavazzeni, parte del gruppo Humanitas di Rozzano. 

Il racconto dell’oncologa

Bergamo si è trovata a essere uno degli epicentri del coronavirus in Lombardia, e anche nella struttura del privato convenzionato ci sono “ricoveri che si sono succeduti uno dopo l’altro, senza sosta”.

L’oncologa racconta dunque la sua esperienza con un lungo post su Facebook: pensa “ai pazienti che ho visitato, alcuni dei quali non poi così anziani o fragili … “, al turno di 12 ore appena finito, “a quanto mi prudeva la mascherina, alla vista offuscata nella visiera protettiva e al fatto che ormai i presidi di protezione scarseggiano. Ripenso anche ai colleghi che mi hanno dato una mano, agli infermieri che si fanno in quattro per cercare di fronteggiare l’emergenza”.

Quindi la dottoressa si rivolge direttamente agli scettici, per direa chi ancora nega che la situazione sia grave, a chi, senza essere del mestiere, dice che è solo un’influenza, a chi non rispetta le limitazioni alla vita sociale, a chi si ritrova in gruppo, di smetterla. Gli ospedali sono ridotti a lazzaretti. La sanità rischia il collasso, tutte le attività in elezione sono drasticamente ridotte o sospese. Gli altri malati che fine faranno?”.

La lettera del Presidente del San Matteo

Gli sforzi messi in campo dal personale sanitario tutto sono innegabili. E allora ecco la lettera, scritta dal Presidente della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, Alessandro Venturi “ai colleghi e alle colleghe” impegnati nella grande struttura. Con il Direttore Generale Carlo Nicora, Venturi li ringrazia per la loro “dedizione” che “offre una nuova variante al termine ‘bene’: mentre l’uomo precipita, voi lo sostenete”.

Per dare un’idea della difficoltà del momento, Venturi sottolinea che “il contagio si configura sempre più come una guerra. Capace di modificare i legami sociali, il sistema economico. Come una guerra, pone in crisi, sgretola sicurezze, incrina le aziende”. Una guerra “subdola, perché contro un nemico impalpabile, che non bombarda ma ci sfida nei minimi gesti di affetto quotidiano”.

In questo contesto, il personale del Policlinico sta “vincendo la notte raddoppiando in luminosità, in una guerra che non ha precedenti. Anche questo è il San Matteo e la Sua gente”.

Da Bergamo agli USA

L’esperienza dei sanitari lombardi in prima linea è tale, tra sempre maggiori richieste di ricoveri e interi reparti riconvertiti in tempi record per accogliere i pazienti con coronarivus, da aver attirato l’attenzione anche di specialisti oltre oceano. Come ricordato da Bergamo News, alcuni medici ed esperti statunitensi dell’Harvard Surgical Leadership Class del 2019 hanno chiesto e ottenuto di organizzare un webinar per capire come prepararsi ad affrontare il Covid-19 attraverso l’esperienza dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Qui sono già 600 gli operatori formati dall’ASST sull’impiego di dispositivi che abitualmente non utilizzano, mentre ogni giorno viene valutato il cambio di destinazione di numerosi di posti letto da destinare ai pazienti affetti dal Covid-19, sulla base delle riunioni con l’Unità di crisi regionale. Un impegno straordinario, riconosciuto in primis dagli stessi bergamaschi che da giorni si offrono di portare cibo - pizze, dolci - ai sanitari in mobilitazione permanente. Una “valanga di affetto” per cui il Giovanni XXIII li ha ringraziati pubblicamente sui propri profili social.

 

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