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    Capodanno, la sonda NASA New Horizons raggiunge i confini del Sistema solare

    Primi segnali sorvolando Ultima Thule, asteroide lontano 6,4 miliardi di chilometri

    di Redazione Open Innovation | 02/01/2019

Il traguardo l’ha raggiunto nella notte di Capodanno 2019. Una coincidenza casuale, ma che ha fatto sognare: la sonda della NASA New Horizons è arrivata a esplorare il corpo celeste più distante mai raggiunto da un mezzo spaziale, a 6,4 miliardi di chilometri dalla Terra, poco dopo le 0.30 del mattino (le 6.30 in Italia) del primo giorno del nuovo anno. E ora è in movimento, per avvicinarsi ancora di più al proprio obiettivo.

New Horizons si è dunque ‘avvicinata’ a Ultima Thule, come è stato ribattezzato un asteroide ricoperto di ghiaccio situato nella cosidetta Fascia di Kuiper, ai confini del Sistema solare, sorvolandolo a una distanza di circa 3.500 chilometri: questo il primo step di un percorso di avvicinamento ancora in corso.

Il successo della più recente missione della sonda USA è stato certificato poche ore dopo dall’invio di segnali, arrivati al centro di controllo sulla Terra con circa sei ore di ritardo. La prima immagine di questo ‘approccio’, per ora poco definita, ha svelato che Ultima Thule potrebbe avere una forma simile a quella di un birillo, e misurare circa 32 chilometri per 16.

Un risultato straordinario, sottolinea la NASA, che fa ben sperare: dopo il primo segnale radio, una semplice conferma che la sonda era integra e funzionante, New Horizons potrà via via inviare immagini e dati utili a fare luce sulla formazione del nostro Sistema Solare. La NASA ha ricordato infatti che la ‘regione’ della Fascia di Kuiper, gelida e buia per la sua distanza dal Sole, contiene “oggetti primordiali” la cui esplorazione può fornire “la chiave per comprendere l’origine del Sistema solare”. Da qui le congratulazioni al team di ingegneri e scienziati che ha messo in orbita e che da anni ‘veglia’ sulla sonda, al Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (nel Mayland)e al Southwest Research Institute di San Antonio (nel Texas) “per avere fatto ancora una volta la storia”.

Il viaggio della New Horizons è cominciato infatti ben 13 anni fa, nel 2006, il suo obiettivo era arrivare a esplorare Plutone, già di per sé a una distanza (media) enorme ovvero a circa 6 miliardi di chilometri dall’orbita terrestre. Obiettivo raggiunto nel 2015, quando aveva inviato le prime immagini ravvicinate e spettacolari di quello che un tempo era classificato come il nono dei pianeti del nostro Sistema solare, e che proprio nel 2006 era stato ‘declassato’ a pianeta nano.

Ora la New Horizons continuerà a trasmettere dai pressi di Ultima Thule immagini e dati che richiederanno mesi per essere analizzate. Nei piani della Nasa, la sua esplorazione dell’area della Fascia di Kuiper proseguirà fino al 2021.

Tutti gli aggiornamenti sulla missione sul sito http://pluto.jhuapl.edu/.

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