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    App e insegnamento: come il digitale entra nelle aule scolastiche

    di Alice Corbetta

Che ci piaccia o no, ormai da qualche anno la tecnologia sta entrando a far parte della vita di tutti noi, ma soprattutto sta diventando parte di nuovi ambiti e luoghi, dove prima addirittura era vietata. Un esempio rilevante, anche per la portata della discussione che ha acceso, è sicuramente quello della scuola.

In questo contesto vorrei andare oltre al dibattito che si è scatenato da quando il MIUR ha scelto di includere lo smartphone come strumento didattico, ma guardare oggettivamente alla realtà che si è creata intorno. Tra chi pensa che la tecnologia tra le mura scolastiche sia un motivo di distrazione, chi la vede come una possibilità lontana e chi preferisce ancora i metodi tradizionali, c’è qualcuno che già si è attivato a sperimentare nuove applicazioni e strumenti che possano coinvolgere al massimo i propri studenti e renderli partecipi tramite una realtà che conoscono molto bene.

Dopo aver portato a termine una ricerca sulle applicazioni per smartphone a scopo didattico, adottate sia dagli insegnanti sia dagli studenti, possiamo distinguerne tre tipologie in base alle loro funzionalità:

- gestione della classe: condivisione dei contenuti, dialogo tra insegnanti-alunni-genitori, comunicazioni, ecc;

- creazione di contenuti, narrazioni multimediali, mappe concettuali;

- giochi e attività interattive per esercitarsi in alcune discipline (soprattutto quelle scientifiche).

Dalla ricerca è emerso che l’iter che porta i singoli docenti a utilizzare degli strumenti alternativi, inizia principalmente tramite passa parola. Le reti di conoscenze più o meno virtuali, tra cui i social networks, sono, infatti, la principale fonte di informazione: diventano vere e proprie vetrine dove esporre le ultime novità, far conoscere le app più valide, chiedere consigli e confrontarsi.

Le applicazioni sono tante e continuano a crescere soprattutto grazie alle piattaforme di crowdfunding, che sono un’ottima risorsa per insegnanti o piccole realtà che vogliono creare il proprio strumento digitale. Molte di queste campagne hanno raggiunto il budget prefissato, dimostrando un grande interesse vero l’argomento: sembrano soddisfare una richiesta di innovazione che oggi è necessaria per stare al passo con i tempi e per creare coinvolgimento e interazione con i giovani.

È forse anche in risposta a questa domanda che arriva in Italia, per la sua seconda edizione, Fiera Didacta: la più grande fiera sul mondo della scuola. Dal 18 al 20 ottobre 2018 Firenze offrirà l’occasione di confrontarsi, esplorare e discutere il tema dell’innovazione scolastica, dove quindi la tecnologia e il digitale svolgono un ruolo di primo piano.

Sembra evidente che la tecnologia si muova indipendentemente da tutti i dibattiti e le discussioni che crea. Alla luce di questi dati, non dovremmo chiederci se il digitale svolgerà un ruolo da protagonista anche in ambito scolastico, ma quando lo farà!

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Ultimi 3 contributi di 3 totali

Giuseppe Catalani

19/05/2018 alle 10:04

Lo sviluppo di una società è legato alla sua capacita di evolvere, l'evoluzione è quindi il naturale percorso affinchè una specie non si estingua. Ecco perchè la tecnologia in generale e quella digitale nello specifico, è e deve essre parte integrante dello sviluppo. Le domande che mi pongo sono: quanto la tecnologia, qualunque essa sia, è strumento, anzichè essere noi il suo strumento? quanto la tecnologia ci allontana dalla conoscenza delle basi della conoscenza? le conoscenze di base sono importanti o superfule? il digitale peggiora o migliora i rapporti tra esseri umani? che tipo di rapporti si istaurano tra gli esseri umani in un mondo digitale? Le attività manuali sono elementi da dimenticare nel processo evolutivo? la capacità di interazione con il mondo non digitale (virtuale) è o rimane importante? quanto il digitale incide sulla consapevolezza della realtà e in che misura? Se la risposta è: il futuro del mondo è una stanza in cui l'essere umano si rapporta con gli altri attraverso un video, ovvero la macchina è il cervello del futuro, a cui noi ci rivolgiamo affidandogli le nostre emozioni, paure, speranze ed a cui attingiamo incondizionatamente, per abbeverarci di conoscenza, allora si che il digitale e il mondo virtuale dilaghi e prenda pieno possesso della nostra vita..... mi chiedo però chi gestira tutto questo sistema, un essere umano o una macchina, comunque sia sarà 1 e non molti....la riflessione è d'obbligo. Ho visto un film di cui non ricordo il titolo, dove per una rete televisiva era stato creato un programma tipo grande fratello, in cui si trasmetteva la reale vita di un bambino nella sua evoluzione. Raggiunta l'età adulta si è accorto che viveva in un mondo irreale, ovvero appositamente creato. Si è ribellato appropriandosi della sua vita reale, fatta di contatti concreti.

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Angela Di Massa

13/05/2018 alle 17:42

Cara Alice, approfitto del tema di questa discussione per condividere la mia esperienza. Con il team di esperti con cui lavoro, stiamo svolgendo interviste e focus group agli attori principali del mondo scolastico presso gli istituti di ogni ordine e grado dell'Italia, anche con l'obiettivo di indagare il livello di digitalizzazione delle scuole. Un tema interessante è legato ad esempio all'utilizzo del registro elettronico, obbligatorio già da diversi anni; seppur ci siano ancora delle perplessità e ostilità (molto spesso il problema reale è legato a carenze infrastrutturali) è entrato a pieno titolo nella gestione delle pratiche didattiche: dall'appello, alle giustificazioni e al diario scolastico con l'assegnazione dei compiti. In sintesi, le tecnologie e i nuovi servizi digitali potranno fornire, anche a stretto giro, un importante contributo all'evoluzione del sistema scolastico.

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Luigi Rosati

06/05/2018 alle 23:15

Tema interessante che inevitabilmente, nel nostro Paese, impone una riflessione sulle competenze digitali e, ahimè, sula preparazione di insegnanti e docenti. Probabilmente dalla tua analisi, avrai visto come spesso l'implementazione di esperienze innovative nel contesto didattico, sia frutto di scelte e iniziative individuali del docente, malgrado i programmi e le iniziative proposte dal MIUR su questo tema. Se la Scuola riflette la Società, gli insegnanti sono espressione e campione degli adulti italiani: i più giovani sono certamente più reattivi (ma non necessariamente consapevolmente pro-attivi) mentre con l'età aumenta anche la resistenza (al di là che si usi uno smartphone o un tablet). Il problema è cruciale, non tanto per la mancata occasione di sviluppare competenze digitali, quanto perché i bambini e i ragazzi sono sempre più soli di fronte al digitale, di cui non riescono a comprendere e sfruttare il reale potenziale anche in termini di crescita personale e di educazione alla salute.

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