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    I professionisti nell’era della digitalizzazione

    di ALESSANDRA DEFILIPPIS

Secondo l’osservatorio del Politecnico di Milano, per tenere il passo con una PA digitalizzata, uno Studio legale spende in media 5.300 euro all’anno; commercialisti e consulenti circa 9.000.

Nel 2017 la spesa per la crescita tecnologica è arrivata circa a 1.172 milioni, e nel 2018 si pensa che la percentuale sarà del 38%.

Come attori compaiono anche i commercialisti che valutano l’effetto della fattura elettronica in quanto sono e saranno tra i primi utilizzatori. Ad incrementare questo capitolo di spesa compaiono anche: firma digitale elettronica, condivisione e conservazione della documentazione , B2B e processo civile telematico.

Un terzo degli studi è pronto per migliorare il livello di efficienza interno e verso il cliente… ma in tutto questo ci sono alcuni problemi: il basso volume dei ricavi che frena gli investimenti ma di contro innesca il meccanismo di richiesta finanziamenti e agevolazioni, e dall’orizzonte arriva l’indifferenza dei clienti verso i nuovi servizi, come ad esempio la fatturazione elettronica.

Per esperienza personale nell’ambito amministrativo aggiungo problemi di natura organizzativa e gestionale sia nelle PMI che nelle grande aziende, oltre ad un problema legato alle capacità in materia di digitalizzazione delle risorse umane impiegate in queste mansioni, non ancora del tutto effettiva nel territorio nazionale. In aggiunta l’aspetto economico, un limite soprattutto per le PMI.

Esistono però sempre delle eccellenze: è il caso degli Studi professionali che hanno scelto “L’intelligenza artificiale e al Businness Intelligence”, parole per alcuni ancora del tutto incomprensibili.

Qualcuno ha esperienza in merito? Avete suggerimenti per l’implementazione di questo “pacchetto di digitalizzazione”?

Dati presi da: Il Sole 24 Ore, 16/04/2018, I professionisti nell’era digitale

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Ultimi 2 contributi di 2 totali

Annarita Tronchin

30/04/2018 alle 13:23

Ho una lunga esperienza come imprenditrice. I costi legati alla parte amministrativa-burocratica comportano un alto effort in termini di tempo di personale con un beneficio difficilmente tangibile e difficilmente giustificabile all'interno del budget di una piccola azienda o di uno studio professionale o di una attività commerciale. Non tutto può essere dato all'esterno e anche qualora si potesse i costi di commercialisti e consulenti del lavoro o simili è davvero molto alto. Questo tema che tocchi nel tuo post aiuta a mettere in luce l'aspetto di reale sofferenza dei "piccoli", è un problema di gestione e organizzativo. Mi chiedo se e come la tecnologia potrebbe venirci in aiuto. Molti sono i tool per questa area ma la mia impressione è che non sempre diminuiscano il lavoro. Spesso hanno interfacce di difficile comprensione. Voi conoscete tool davvero validi? Adeguati anche a chi ha una bassa digitalizzazione?

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Luigi Rosati

30/04/2018 alle 12:46

Ciao Alessandra, non ho da citare esperienze dirette sul tema ma mi viene spontaneo osservare come i servizi di cui stiamo parlando debbano necessariamente ripensare il modello di business da adottare. Sono, infatti, tra le aree più esposte all'impatto della Digital Transformation; i problemi di cui parli sono solo le prime avvisaglie, la punta dell'iceberg, di un cambiamento profondo, di una vera trasformazione completa dello scenario di riferimento. Di fatto, il percorso verso cui si sta andando mette in relazione direttamente l'impresa con il sistema fiscale e tributario, da un lato, e i propri sistemi informativi contabili, dall'altro. Si va non solo verso una semplificazione ma su una ampia "messa in trasparenza" del processi e degli adempimenti, supportata da un'acceso sempre più easy and ready di applicazioni digitali per la gestione dei dati e delle informazioni. Si deve forse sviluppare il modello di consulenza e supporto degli imprenditori verso questo scenario e non tanto sopperire alle piccole esigenze che saranno rapidamente superate, più velocemente di quanto gli stessi operatori possano percepire.

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