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    L’automazione insidia le professioni: un computer batte un team di avvocati

    di Annarita Tronchin

E’ facile pensare alla minaccia dell’automazione pensando agli operai di una fabbrica, sostituiti da silenziosi bracci meccanici oppure dai camerieri di un fast food rimpiazzati da totem digitali. Meno frequente è pensare che la digitalizzazione possa insidiare professioni qualificate, che richiedono processi cognitivi complessi e capacità di analisi e di giudizio.

Ma così è; la digital transformation porta con sé lo sviluppo di sistemi (“macchine”) in grado di eseguire compiti cognitivi, non necessariamente di base, operando scelte e fornendo giudizi. E’ possibile grazie all’evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale e di machine learning che sono in grado di riprodurre comportamenti lavorativi umani, con le stesse performance (anzi, meglio, almeno sul piano dei tempi e dei costi).

Così le previsioni fornite in questi anni dagli esperti trovano finalmente riscontro: non solo lavori fisici e operazioni semplici ma anche professioni che richiedono attività cognitive replicabili, sono a rischio di automazione.

Ed ecco che la notizia diffusa da Agid non rappresenta una sorpresa: un team di avvocati è stato “battuto” da un sistema di AI nella valutazione di un contratto. Il test era relativo alla valutazione di cinque accordi di riservatezza, avvocati e macchina dovevano valutarne i rischi correlati per il cliente. Il computer ha raggiunto il risultato del 94% di accuratezza della sua analisi, in soli 26 secondi. Il team di avvocati è andato dal 94 al 67% con una media dell’85%, in 92 minuti (di media).

Un risultato che non lascia appelli (è il caso di dirlo!) e che dimostra come alcune attività lavorative saranno profondamente trasformate dall’avvento di sistemi digitali intelligenti. Ovviamente tutti si affrettano a dire che questo non significa la scomparsa delle professioni ma certo il modello di lavoro e di business cambierà profondamente.

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