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    L’intelligenza artificiale è anche una questione legale

    di Elga Apostoli

Lo sviluppo di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale (IA) mettono le aziende nella condizione di dover affrontare problemi nuovi, non solo sul piano tecnologico. L’esperienza più significativa e di maggior impatto sul grande pubblico rimane quella nel settore automobilistico, impegnato nella sviluppo dell’auto a conduzione autonoma. Si tratta di una vera e propria case history in cui si stanno sviscerando le diverse implicazioni di un servizio erogato autonomamente da un computer con autonomia decisionale e discrezionale. Uno degli aspetti che si sta rilevando di maggiore impatto è quello legale; non si tratta solo delle questioni di responsabilità civile, di cui si è parlato autonomamente rispetto all’incidente nell’ambito del test Uber, ma dei principali si sta sviluppando il nuovo normativo: protezione dei dati, rispetto della privacy e sicurezza informatica. Non a caso sono questi i tre pilastri su cui è stato elaborato il GDPR di imminente attuazione.

Perché proprio questi tre elementi? Il punto fondamentale dei sistemi IA - come di quasi tutte le altre tecnologie abilitanti della DX - è la possibilità di accedere e operare sui dati: informazioni sulle casistiche precedenti, informazioni congiunturali sul contesto, dati sugli utenti, dati sui sistemi coinvolti e poi i dati di apprendimento ovvero le informazioni raccolte e lavorate dal sistema di IA che, in tendenza, dovrebbero poter coinvolgere il maggior numero di operatori possibile. Tutto questo coinvolge - come una locomotiva lanciata a tutta velocità - le esigenze di tutela e di riservatezza dei singoli (come pure delle comunità e delle organizzazioni). Se, infatti, i dati diventano il “petrolio” delle nuove macchine e più dati garantiscono maggiori performance, è anche vero che il trattamento di tali dati deve essere trasparente. In termini di IA trasparenza significa poter avere chiarezza sugli algoritmi e i data set. Significa poter avere informazioni certe e non modificabili su come gli algoritmi estraggono e utilizzano le informazioni e le utilizzano per prendere le loro scelte. Si parla di verification e validation: il primo concetto riguarda la certezza che una certa soluzione faccia effettivamente quello per cui è stata creata, il secondo, invece, concerne la sicurezza che il sistema non faccia anche altro.

Sul piano organizzativo, la tendenza è sviluppare team multidisciplinari in cui siano presenti e operativi anche i giuristi, al fine di fare in modo che gli atti legali siano in grado di rappresentare e tutelare la conoscenza in ambito digitale.

Fonte: https://www.soiel.it/news/dettaglio/affrontare-il-cambiamento/#

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Ultimi 2 contributi di 2 totali

Annarita Tronchin

30/04/2018 alle 14:38

Francesco concordo con te che l'innovazione è possibile solo superando alcuni ostacoli, soprattutto quando circoscritti.

Inoltre la guida autonoma può ridurre il numero di incidenti causati dalla distrazione, sempre più presente tra chi si sposta in strada.

Il mio punto sulla guida autonoma è la focalizzazione degli sforzi: si toglie ogni responsabilità all'essere umano alla guida? Anche se la guida autonoma dovesse diventare diffusa, credo che non si debba smettere di spendere risorse nella rieducazione alla guida.

Parlo di rieducazione perchè tutti hanno avuto un primo livello di educazione nel percorso di acquisizione della licenza di guida ma molti, troppi, disimparano.

Lo dico a seguito della visione di un report sul numero degli incidenti mortali nel 2017 (dati Polizia Stradale): meno incidenti stradali ma più vittime, che sono state 1.656 in rialzo del 2,2% . La tecnologia non deve essere l'unico sistema e l'unico mezzo per affrontare questo problema.

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Francesco De Caro

24/04/2018 alle 16:02

Un singolo incidente non può e non deve ostacolare l'adozione delle nuove tecnologie nell'ambito dell'intelligenza artificiale applicata alla guida autonoma. È statisticamente provato che l'utilizzo degli aiuti alla guida e i veicoli a guida autonoma siano nettamente più sicuri della sola guida umana. Mi sembra alquanto prematuro parlare degli aspetti legali, c'è una montagna di burocrazia che attualmente blocca l'adozione di questa imminente e inevitabile rivoluzione.

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