16/05/2022
Cybercrime: a livello globale vale quattro volte il PIL italiano. I dati
Rapporto Clusit 2022: nel 2021 +10% di attacchi informatici, crescono quelli a impatto elevato
Redazione Open Innovation
Regione Lombardia
L’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica ha pubblicato i risultati di una ricerca sul fenomeno del Cybercrime attraverso il Rapporto Clusit 2022, redatto sui dati degli ultimi 12 mesi. Ne emerge che nel 2021 sono stati registrati 2.049 attacchi informatici “gravi”, un aumento di circa il 10% rispetto ai dati rilevati nel 2020. Un’emergenza che a livello globale costa ad aziende e privati 6 trilioni di dollari, un valore pari a 4 volte il PIL italiano, e che vede il Cybercrime lavorare come la criminalità organizzata.
I settori più colpiti
Gli obiettivi più colpiti nel 2021 sono stati quelli governativi e militari, con il 15% degli attacchi totali (+3% su anno). Seguono il settore informatica (14%), gli obiettivi multipli (13%), la sanità (13%) e l’istruzione (8%).
Importanti i numeri relativi alla media degli attacchi: 171 attacchi gravi al mese. Gli analisti dell’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica hanno sottolineato che nel 2021 i malware - in particolare il ransomware - si sono riconfermati gli strumenti preferiti per generare profitti e rappresentano, come nel 2020, il 41% delle tecniche utilizzate.
Il 79% degli attacchi rilevati ha avuto un impatto “elevato”, contro il 50% del 2020.
Di questi, il 32% è stato caratterizzato da una severità “critica” e il 47% “alta”.
A fronte di tali percentuali, sono diminuiti invece gli attacchi di impatto “medio” (-13%) e “basso” (-17%).
Un aspetto particolarmente preoccupante è stato sottolineato all’interno del rapporto da Sofia Scozzari, membro del Comitato Scientifico Clusit: “Si sono ormai consolidati dei cartelli di servizi criminali identificabili, una vera e propria criminalità organizzata che ha capito quanto i crimini Cyber possono essere remunerativi”.