Fase 3, le tecnologie per industria 4.0 una chiave di resilienza

Il ritorno alla cosiddetta normalità, la “fase 3”, non vedrà più “le tecnologie di Industria 4.0 solo come strumento per aumentare la produttività e competitività, ma sempre più come il prerequisito per tenere aperte le aziende”. Sono le parole di Marco Taisch, professore del Politecnico di Milano e Presidente del Competence Center Made che intervistato da Innovation Post ha evidenziato come in ambito industriale chi ha investito in tecnologia e innovazione sta già vincendo la sua battaglia contro la crisi generata dall’emergenza Covid-19, e in prospettiva futura questo sarà un fattore sempre più importante e significativo.

Durante la “Fase 3” sarà ad esempio necessario mantenere il distanziamento sociale all’interno delle strutture di produzione e i robot collaborativi interconnessi potranno venire incontro ad aziende e imprenditori come già succede in Germania e Corea, senza riflessi negativi sui livelli occupazionali.

La tecnologia diventerà così un fattore necessario non solo per la competitività e la crescita delle imprese, ma per la loro stessa sopravvivenza. L’Additive Manufacturing o l’interconnessione degli impianti per mezzo di IoT, Cloud, Cybersecurity sono, secondo la visione del Professor Taisch, gli strumenti di competitività e resilienza dell’industria.

In primo piano anche l’utilizzo e la gestione dei dati: le informazioni che le aziende hanno a disposizione saranno fondamentali per la gestione dei processi industriali, per questo figure manageriali in grado di interpretare i dati e prendere decisioni in funzione di essi diventeranno chiave in un prossimo futuro in cui la gestione della filiera produttiva sarà sempre più complessa.

Uno shock, quello generato dall’emergenza sanitaria e dal conseguente lockdown che ha fatto talvolta emergere i limiti tecnologici di molte aziende italiane che possono e devono recuperare competitività nel più breve tempo possibile.