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27/10/2020

Tavani, nuovo presidente INAF: dall’astrofisica le tecnologie di domani

Nominato a ottobre, guiderà l’ente che studia l’Universo e collabora a grandi infrastrutture

Redazione Open Innovation

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Regione Lombardia

La scoperta dello Spazio, poter arrivare e studiare la Luna o Marte, non è una semplice volontà di raggiungere nuovi traguardi, ma permette all’intera umanità di acquisire conoscenze e tecnologie che hanno un impatto concreto sulla vita quotidiana. Questo, in estrema sintesi, è uno dei messaggi che Marco Tavani, nuovo presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha voluto trasmettere insieme alla centralità di una strategia efficace di investimento in ricerca, per sostenere la ricerca legata allo Spazio e l’astronomia come “motore di innovazione tecnologica”.

Tavani è succeduto a Nichi D’Amico (scomparso il 14 settembre): è fra i massimi esperti dei fenomeni più violenti dell’universo e ‘papà’ del satellite italiano Agile, progettato per osservarli. Dopo una lunga esperienza negli Stati Uniti, è rientrato in Italia alla fine degli anni '90 entrando direttamente nella missione “Agile” dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Ora è alla guida dell’Istituto Nazionale di Astrofisica che conta più di 1.400 persone tra ricercatori, tecnici e amministrativi. L’INAF è il principale ente di ricerca italiano per lo studio dell’Universo e promuove, realizza e coordina, anche nell’ambito di programmi dell’Unione Europea e di organismi internazionali, attività di ricerca nei campi dell’astronomia e dell’astrofisica, sia in collaborazione con le Università che con altri soggetti pubblici e privati, nazionali, internazionali ed esteri: questi ultimi sono ad esempio 200.

Chiari gli obiettivi del nuovo presidente: “Si tratta di consolidare ancor di più il cammino spesso complicato dei grandi progetti internazionali, di rafforzare le nostre strutture osservative e svilupparne di nuove, di sostenere maggiormente la ricerca di base e di favorire al massimo l’inserimento dei nostri giovani e le progressioni interne”, spiega Tavani.

“I cieli non sono più abissalmente lontani dalle esigenze dell’uomo, e l’astrofisica moderna è sempre più inserita nella società - sottolinea Tavani -. Le tecnologie impiegate, dai rivelatori di onde radio agli strumenti in satelliti spaziali permeano ormai la vita di noi tutti. Aumentare la consapevolezza dell’importanza dell’astrofisica nella nostra società è quindi di enorme importanza. Porterà non solo consensi e maggiore supporto per la scienza italiana, ma fornirà gli strumenti per i nostri premi Nobel di domani”.

I numeri dell’INAF

i dati digitali astronomici dell’INAF raggiungono oggi quota 10 terabyte, pari a 2 mila dvd, e l’archivio cresce al ritmo di 55 gigabyte (come 12 dvd) al giorno. Un’altra cifra? 13 miliardi di anni luce, ovvero la distanza dell’oggetto più lontano osservato da un ricercatore INAF: un record mondiale. O i 1,3 miliardi di chilometri, pari alla distanza da noi a cui si trova il più lontano strumento INAF. È VIMS, lo spettrometro a bordo della sonda Cassini in orbita intorno a Saturno

Le infrastrutture

INAF lavora poi a grandi progetti come la realizzazione di grandi infrastrutture di ricerca quali il radiotelescopio SRT in Sardegna (con ASI) e il Large Binocular Telescope in Arizona (con americani e tedeschi), il più grande del suo genere, tra i più avanzati al mondo: grazie  alle sue nuove ottiche adattive, sviluppate dai ricercatori dell’Osservatorio di Arcetri dell’INAF, LBT è stato in grado di superare per dettaglio delle immagini catturate anche il telescopio spaziale Hubble, fino a ieri considerato insuperabile soprattutto da un telescopio a terra.

L’INAF mantiene infine e mette a disposizione di tutta la comunità il Telescopio Nazionale Galileo alle Canarie; ha completato la realizzazione del VST (VLT Survey Telescope) che ha iniziato a operare nell’osservatorio dell’ESO sulle Ande cilene e contribuisce all’aggiornamento scientifico della strumentazione del Very Large Telescope.

 

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