Un progetto per modernizzare - nell’arco di circa due anni - e migliorare l’efficienza dei 17 mila chilometri della rete ferroviaria del nostro Paese. Come? Elaborando una gran quantità di informazioni provenienti da fonti diverse, tra cui dei satelliti, grazie alle quali si potrà prevedere eventuali criticità sulla rete e intervenire tempestivamente con la manutenzione.
Il progetto europeo, frutto della collaborazione tra Rete Ferroviaria Italiana (ente gestore dell’infrastruttura delle ferrovie) e la Fondazione Ugo Bordoni (ente di ricerca che opera nelle telecomunicazioni sotto la vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico), si chiama DINoS5G (Diagnostic Integrated Networks of Satellite and 5G), e per la sperimentazione ha ottenuto un finanziamento da 2,6 milioni di euro dall’ESA nell''ambito del programma Artes (Advanced Research in Telecommunications Systems).
Grazie a milioni di sensori, tecnologie all’avanguardia come il 5G e la copertura satellitare sarà creata una piattaforma end-to-end dedicata alla diagnostica per la manutenzione predittiva.
Questa abiliterà un complesso sistema di comunicazione, che permetterà nello specifico a RFI - partner del progetto - di conoscere in anticipo le condizioni di salute dell’infrastruttura, per evitare che un piccolo problema possa diventare un guasto che determini poi ritardi nei treni o che mini l’affidabilità del sistema. Attualmente vengono attuate sperimentazioni nelle vicinanze di Bologna, ma tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023 si prevede la messa in servizio.