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    Un QR code a colori, lombardo e anticontraffazione. Anche per il Green Pass

    Ecco l’etichetta brianzola con codice cromatico univoco per certificare l’autenticità dei prodotti

    di Redazione Open Innovation | 15/06/2021

Un sistema anticontraffazione che utilizza la tecnologia del QR code ma con una variante cromatica. L’idea parte dalla Lab-go Srl, startup innovativa della provincia di Monza e Brianza che punta all’Europa. Se infatti dal momento della sua invenzione nel 1994 il bar code bidimensionale in bianco e nero non è mai stato rinnovato, la Lab-go - Label Governance per esteso, ossia “governare l’etichetta” - formata da cinque soci cofondatori, ha pensato di evolverlo a un livello superiore, creando una etichetta con un QR code a colori ‘nascosti’.

A spiegare meglio il funzionamento è Ivan Brignani, presidente della società: “Il concetto di utilizzo del QR code è quello di inserire al suo interno un codice univoco e un indirizzo (url) web che permetta agli smatphone inquadrandolo con fotocamera o con app dedicata, di accedere direttamente al sito prestabilito senza digitarne il testo. Lab-go ha pensato di inserire oltre al codice univoco anche una variante cromatica: ogni QR Lab-go contiene al suo interno il codice univoco e anche un codice cromatico randomico”.

Ciò significa che il Qr code Lab-go è diverso dagli altri non solo per il codice univoco ma per i colori che continuano a cambiare: sia di tonalità, sia di posizione. “Così facendo – continua Brignani, in società con il figlio Mirko che si occupa di sicurezza informatica - è praticamente impossibile replicarlo”.

Il primo ambito di applicazione potrebbe essere quello di utilizzare Lab-go per il Green Pass, la certificazione che dimostra di essere stati vaccinati o di essere guariti dall’infezione da SARS-CoV-2 o ancora di essersi sottoposti a tampone con esito negativo.

“L’utilizzo del QR code a colori va nella direzione del voler dedicare molta più attenzione alla sicurezza – continua Brignani -. Va da sé che si potrebbe creare un mercato di Green Pass falsi, specialmente per il QR code che così come viene presentato è piuttosto vulnerabile. Senza alcuna presunzione da parte nostra, pur rispettando chi sta lavorando a un progetto così delicato e mastodontico, vorremmo sensibilizzare sul fatto che un codice a colori sicuramente renderebbe più difficile la falsificazione del Green Pass. E che trattandosi di un documento relativo alla salute la sua tutela è ancora più delicata: bisogna creare sicurezza al massimo livello”.

 Le possibili applicazioni

Gli ambiti di applicazione sono però i più disparati. “Quando viene applicata una etichetta lab-go su un prodotto, si permette al cliente che lo ha acquistato (magari on line) di verificarne l’originalità, aprendo con tecnologia Void o grattando con una moneta (tecnologia Scatch off) l’etichetta lab-go: si evidenzia il QR colorato, che una volta inquadrato con la sola fotocamera (senza necessità di app), permette di collegarsi direttamente con un pannello di controllo di Lab-go che analizza codice e colori in tempi brevissimi per accertarne l’originalità. A esito positivo avvenuto, il QR code connette direttamente lo smartphone del cliente con il sito del produttore d quanto acquistato, con la possibilità di richiedere altre informazioni dettagliate del prodotto o ricevere promozioni personalizzate”.

I vantaggi non mancano nemmeno per il venditore. “Il produttore – conclude Brignani - ha la garanzia che chi ha inviato il codice è sicuramente un cliente a cui prestare tutta l’attenzione necessaria. Inoltre il sistema Lab-go al momento della validazione del codice, invia al produttore anche la geolocalizzazione avvenuta al momento della prima scansione, un report importante per attingere a informazioni determinanti per la propria strategia di marketing futura”. Lo scopo quindi in questo caso non è ridurre la contraffazione ma annullarla del tutto. L’etichetta, applicata per esempio ai certificati di garanzia di gioielli, sui blister dei medicinali, su ricambi, cosmetici, alimentari e nel campo dell’abbigliamento e degli accessori, darà una risposta immediata sull’originalità o meno del prodotto. “Siamo aperti a qualsiasi settore, anche perché le aziende dovrebbero investire solo pochi centesimi per ogni etichetta a beneficio della propria sicurezza e di quella dei propri consumatori”.

 

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