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    Scopri la MISSIONE 2: Rivoluzione verde e Transizione ecologica

    Gli investimenti, le componenti, le riforme: guida alle azioni green abilitate dal PNRR

    di Redazione Open Innovation | 22/11/2021

La Missione 2 (M2) del PNRR è orientata a realizzare la transizione verde, ecologica e inclusiva della società e dell’economia, per rendere sostenibile e competitivo il sistema nel suo complesso, e favorire l’economia circolare, lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile, un’agricoltura più sostenibile.

In questa direzione vanno anche gli obiettivi globali ed europei al 2030 e 2050 (Sustainable Development Goals, Accordi di Parigi, European Green Deal), che puntano a una progressiva e completa decarbonizzazione del sistema ‘Net-Zero’) e promuovono l’adozione di soluzioni di economia circolare, per proteggere la natura e le biodiversità e garantire un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

Questa transizione rappresenta un’opportunità unica per l’Italia, la quale possiede un patrimonio esclusivo in termini di ecosistema naturale, agricolo e di biodiversità, è esposta più di altri Paesi a rischi climatici, ed è avvantaggiata dall’abbondanza sul suo territorio di alcune risorse rinnovabili.

Fino a oggi, la transizione si è concentrata solo su alcuni settori, come quello elettrico, ed è avanzata a rilento per via delle difficoltà burocratiche e autorizzative. Il PNRR rappresenta un’opportunità senza precedenti per accelerare questo cambiamento ecologico.

I numeri della Missione 2

Numero investimenti: 45

Importo: € 59,46 mld, 31,05% del PNRR

+ € 9,16 mld del Piano Complementare

+ € 1,31 mld provenienti dal React-EU

I fondi sono ripartiti come segue tra le diverse componenti (in miliardi di euro):

La Componente 1 della M2 si sviluppa lungo due traiettorie.

La prima riguarda il miglioramento della gestione dei rifiuti e dell’economia circolare attraverso il potenziamento delle infrastrutture per la raccolta differenziata, l’ammodernamento o lo sviluppo di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti. Ciò dovrebbe permettere di colmare il divario tra regioni del Nord e quelle del Centro-Sud, attraverso la realizzazione di progetti ‘faro’ altamente innovativi (es. rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche - RAEE, industria della carta e del cartone, tessile, riciclo meccanico e chimica delle plastiche).

La seconda traiettoria attiene invece allo sviluppo di una filiera agricola/ alimentare smart e sostenibile, riducendo l’impatto ambientale tramite Supply Chain “verdi”.

Per raggiungere la progressiva decarbonizzazione di tutti i settori - particolare attenzione è prestata alla mobilità -, nella Componente 2 sono stati previsti interventi per sostenere la diffusione di rinnovabili, tramite soluzioni decentralizzate e utility scale (tra cui innovative e offshore) e rafforzamento delle reti, e per decarbonizzare gli usi finali in tutti i settori, anche attraverso l’adozione di soluzioni basate sull’idrogeno.

Ruolo di riguardo è accordato alle filiere produttive, per cui si vuole favorire lo sviluppo di Supply Chain competitive nei settori a maggior crescita, riducendo la dipendenza da importazioni di tecnologie e rafforzando R&D nelle aree più innovation-intensive (fotovoltaico, idrolizzatori, batterie per il settore dei trasporti e per il settore elettrico, mezzi di trasporto).

In sintesi, si prevedono:

  • un incremento della quota di energia prodotta da fonti di energia rinnovabile (fer) nel sistema, in linea con gli obiettivi europei e nazionali di decarbonizzazione e conseguente potenziamento e digitalizzazione delle infrastrutture di rete;
  • la promozione della produzione, distribuzione e degli usi finali dell'idrogeno, in linea con la strategia comunitaria EU Hydrogen Strategy e nazionale;
  • un trasporto locale più sostenibile, anche come leva di miglioramento della qualità della vita dei cittadini (riduzione inquinamento dell’aria e acustico, diminuzione congestioni e integrazione di nuovi servizi);
  • la creazione di una leadership internazionale industriale e di ricerca e sviluppo nelle principali filiere della transizione.

La Componente 3 mira ad accrescere l’efficientamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato, il quale rappresenta più di un terzo dei consumi energetici del Paese (oltre il 60% del parco edifici italiano ha più di 45 anni). Oltre all’obiettivo di risparmio energetico e di prevenzione di rischi sismici, queste misure ambiscono a dare impulso all’economia, all’occupazione e alla promozione della resilienza sociale, migliorando le condizioni abitative della popolazione e riducendo il problema della povertà energetica.

In particolare, gli interventi previsti seguono tre linee:

  • programma di miglioramento dell'efficienza e della sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, soprattutto scuole e cittadelle giudiziarie;
  • incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l'adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato e per l’edilizia sociale, attraverso detrazioni fiscali in linea con l’attuale misura “Superbonus”;
  • sviluppo di sistemi di teleriscaldamento efficienti.

Infine, la Componente 4 è dedicata alla sicurezza del territorio nazionale: contenere i rischi idrogeologici, salvaguardare la biodiversità (es. forestazione urbana, digitalizzazione dei parchi, rinaturazione del Po), eliminare l’inquinamento delle acque e del terreno, garantire la disponibilità di risorse idriche (es. infrastrutture idriche primarie, agrosistema irriguo, fognature e depurazione).

Per il raggiungimento di questi obiettivi, il Piano si propone di dotare il Paese di un sistema integrato di monitoraggio e previsione, tramite l’applicazione di soluzioni avanzate di sensoristica, dati (anche satellitari) e di elaborazione analitica, per identificare tempestivamente i possibili rischi, i relativi impatti sui sistemi (naturali e di infrastrutture), e le conseguenti linee d’azione.

Gli Investimenti di M2 C1

Le Riforme di M2 C1

Gli Investimenti di M2 C2

Gli Investimenti di M2 C3

La Riforma di M2 C3

Gli Investimenti di M2 C4

Le Riforme di M2 C4

Focus Innovazione

La Missione 2 è in qualche modo attraversata trasversalmente da un principio innovativo, sia di gestione sia di nuovi strumenti da impiegare per raggiungere la transizione ecologica.

Sicuramente l’espansione del mercato dell'idrogeno è una delle linee di azione che avrà più ampio impatto in termini di ricerca e innovazione. Per rispondere innanzitutto all’esigenza di migliorare la conoscenza delle tecnologie legate all’idrogeno in tutte le fasi (produzione, stoccaggio e distribuzione) entro giugno 2022 verranno definiti i contratti di ricerca e sviluppo dedicati e per l’estate del 2026 si prevede che vengano ultimati almeno 4 progetti R&D.

Si prevede la realizzazione in Italia un grande impianto industriale per la produzione di elettrolizzatori, i dispositivi elettrochimici che consentono di rompere le molecole dell’acqua separando l’idrogeno dall’ossigeno. Entro il 2026 dovremmo raggiungere circa 1 GW di capacità di elettrolisi.

È in agenda anche lo sviluppo di tecnologie per sostenere l’utilizzo finale dell'idrogeno, come ad esempio le celle a combustibile per gli autocarri, e la creazione delle Hydrogen Valleys per promuovere la produzione e l’utilizzo di idrogeno, privilegiando aree industriali dismesse.

Per quanto riguarda il miglioramento della rete elettrica sono stati pensati: interventi di Smart Grid su 115 sottostazioni primarie e rete sottesa per incrementare la capacità di generazione distributiva da fonti rinnovabili, per il potenziamento di capacità, affidabilità, sicurezza della rete elettrica, e la promozione delle comunità energetiche e dell’autoconsumo per installare 2GW di nuova capacità di generazione elettriche da fonti rinnovabili.

Un ambito di grande interesse sarà il settore agricolo e alimentare, altro settore target di riforme: il traguardo prefissato è quello di rendere l’agricoltura italiana una Agricoltura 4.0, caratterizzata da minore uso di pesticidi, mezzi meno inquinanti, digitalizzazione e nuove tecnologie. Importante anche l’impegno per lo svecchiamento dei processi di lavorazione, stoccaggio e confezionamento dei prodotti del made in Italy alimentare (in particolare l’olio d'oliva, settore strategico il cui mercato ha dato segni di sofferenza negli ultimi anni). Si punta entro il 2024 a dare supporto ad almeno 10 mila imprese agricole e alimentari per investire nell’innovazione di macchinari, nell’economia circolare e nella bio-economia.

Per il 2026 il numero delle imprese sostenute sale a 15 mila.

Tra gli investimenti più rivoluzionari anche quello di digitalizzazione dei 24 parchi nazionali e delle 31 aree marine protette (entro marzo 2023 il 70% dei parchi e aree marine digitalizzati), non solo per modernizzarne la gestione ma anche per aumentarne l’efficienza: sono in programma sistemi di  monitoraggio e di valutazione permanente sullo stato di conservazione degli habitat e delle specie, e l’offerta di servizi e attività per i visitatori incentrate sulle risorse locali (natura, enogastronomia, artigianato, arte, cultura, ecc.), sulla sensibilizzazione sui temi del turismo sostenibile e del consumo critico di risorse. Interessante anche il progetto di rinaturazione di 6 aree vaste prioritarie e in particolare dell’aerea PO, per la connessione ecologica e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Per stimolare e sostenere la crescita di un ecosistema di innovazione concentrato sui settori della transizione verde, è prevista inoltre la creazione di un fondo dedicato (“Green Transition Fund”, GTF), con una dotazione di 250 milioni di euro e una strategia focalizzata sui settori green (rinnovabili, mobilità sostenibile, efficienza energetica, economia circolare, trattamento rifiuti, batterie), che verrà utilizzato per investimenti di Venture Capital diretti e indiretti, in startup e incubatori/programmi di accelerazione, al fianco dei più rilevanti VC managers e operatori del sistema.

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