Lo sta testando il Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti (DHS) e può essere una tecnologia di grande utilizzo in questo particolare momento storico, gravato dalla pandemia di Covid-19: permetterebbe infatti il riconoscimento facciale con alta precisione e l’identificazione di persone che indossano mascherine.
Già un certo numero di aziende afferma di aver sviluppato tecnologie in grado di identificare i portatori di maschere come quelle in tessuto: l’efficacia varia però molto a seconda del tipo e del colore della mascherina. Il DHS punta a screening negli aeroporti e in altri porti di ingresso: dunque su grandissimi numeri, che richiedono appunto un’alta precisione nell’identificazione.
Un sistema del genere è già utilizzato negli Stati Uniti e in particolare negli aeroporti di Las Vegas, San Francisco e Los Angeles, per verificare l’identità dei viaggiatori delle compagnie aeree che arrivano negli Stati Uniti.
A oggi dunque per il DHS sono stati condotti test per 10 giorni con 60 configurazioni di riconoscimento facciale, 6 sistemi di registrazione del viso e dell’iride basati su telecamera, 10 algoritmi di Intelligenza Artificiale e 582 volontari, in rappresentanza di 60 paesi.
I risultati? Non ancora pronti per l’uso di massa, ma in parte incoraggianti. Il DHS ha comunicato che l’accuratezza media di tutti i sistemi è stata del 77% e quello con le migliori prestazioni ha identificato correttamente le persone il 96% delle volte. La valutazione si è basata sull’affidabilità delle immagini con e senza maschere e la riduzione al minimo dei tempi di elaborazione.