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Next Generation - M2 - Approfondimenti SIS - sostenibilità

09/05/2022

Moda sostenibile e PNRR: tecnologie e innovazioni per la transizione ecologica

Scopri impatto ambientale del settore tessile, investimenti, nuovi modelli di business

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

L’Unione Europea ha varato un nuovo piano di azione per l’economia circolare, all’interno del quale viene disciplinato il settore dell’industria tessile e della moda, driver diretto generatore di pressioni ambientali.

L’impatto ambientale di moda e tessile

In particolare, fra gli impatti rilevati si annoverano: il consumo di risorse idriche e del suolo adibiti alla produzione di cotone o di altre fibre, le crescenti emissioni di gas serra legate alla lavorazione dei materiali e al trasporto degli stessi indumenti, e infine il conferimento sempre più frequente in discarica dei rifiuti tessili.

Alcuni dati di rilievo:

  • l’impronta idrica della produzione di una singola maglietta di cotone è di 2,700 litri di acqua, un volume pari a quanto una persona dovrebbe bere in 2 anni e mezzo (Waterfootprint.org);
  • la produzione tessile è responsabile del 20% dell’inquinamento idrico a livello globale: il lavaggio di capi sintetici rilascia il 35% di microplastiche primarie nell’ecosistema;
  • l’industria della moda è responsabile del 10% delle emissioni di carbonio a livello globale, causato in gran parte dal trasporto internazionale e marittimo;
  • i cittadini europei consumano ogni anno quasi 26 kg di prodotti tessili e ne smaltiscono circa 11 kg. Gli indumenti usati per lo più vengono inceneriti o portati in discarica (87%).

Il ruolo della moda sostenibile nella transizione green (Missione 2 Componente 1) del PNRR

Appare chiaro allora come la riduzione dello sfruttamento di risorse idriche e del suolo per la produzione di indumenti, la lotta allo spreco (e al consumo) di tessuti e il riciclo di articoli dismessi, siano solamente alcune delle sfide che il nostro paese deve affrontare per una corretta transizione ecologica.

Questo cambio di prospettiva porta ad abbandonare vecchie abitudini di comportamento, come l’acquisto spasmodico di nuovi capi in grandi quantità a prezzi competitivi (fast fashion), prediligendo invece lo sviluppo di un nuovo paradigma maggiormente green come la moda sostenibile (sustainable fashion). Questa è caratterizzata da condotte e tecnologie attente all’ambiente, alle comunità, al benessere delle persone.

Su questa linea, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (d’ora in poi PNRR) intende accelerare la transizione green, incentivando l’economia circolare, il riciclo, l’ecodesign, gli eco-prodotti anche nel settore della moda (Europarl.europa.eu).

In particolare, la Missione 2 Componente 1 PNRR Migliorare la capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e il paradigma dell’economia circolare destina 2,10 miliardi di euro per il potenziamento, ad esempio, dei Textile Hubs”.

Questi rappresentano la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento/riciclo per raggiungere il target di 100% recupero nel settore tessile (Italiadomani.it).

La rilevanza dell’ecosistema della moda e gli investimenti in Lombardia

In questo contesto, la Regione Lombardia, all’interno della Smart Specialisation Strategy 2021-2027, favorisce lo sviluppo di nuove tecnologie, di strumenti e di modelli innovativi che sostengano e incentivino una moda sostenibile.

Tra le misure di finanziamento a cui la Lombardia partecipa a livello regionale, nazionale ed europeo, particolarmente rilevante è lo sviluppo e la ricerca nei seguenti ambiti:

  • industria tessile competitiva e sostenibile, materiali avanzati, metodologia e strumenti per l’eco-design;
  • tecnologie innovative per l’uso sostenibile delle risorse naturali e per il recupero di materie prime da scarti e rifiuti tessili;
  • nuovi modelli di business nel settore moda.

Di particolare importanza per Regione Lombardia è la volontà di incrementare la competitività e la sostenibilità ambientale dell’industria tessile, intervenendo sui processi produttivi (come la promozione di modelli di economia circolare nel settore della moda) e sull’assetto organizzativo e gestionale delle imprese (S3 Regione Lombardia).

Le opportunità offerte AI, stampa 3D, Blockchain, Big Data, IoT

Lo sviluppo tecnologico e l’innovazione sono capaci di generare modelli sempre più responsabili per il pianeta e di accompagnare la moda verso una transizione green.

Un esempio sono le possibilità offerte dall’AI alla Circular Economy. Infatti, per una filiera trasparente e attentata all’ambiente, grazie all’estrazione delle caratteristiche dei capi al momento della catalogazione, è possibile creare piattaforme marketplace dove si acquistano in grandi quantità indumenti dismessi. Questo per favorire l’incontro tra domanda e offerta di rifiuti tessili come materia prima seconda.

La stessa logica è alla base di progetti volti alla realizzazione di piattaforme open source per la gestione degli scarti tessili: l’obiettivo è fornire un’analisi completa dei rifiuti tessili utilizzando l’infrarosso vicino, per mappare le capacità degli impianti di riciclaggio tessile. Lo scopo: creare piattaforme digitali aperte per mettere in contatto chi si occupa di riciclaggio e i selezionatori di rifiuti tessili per aumentare la circolarità (Economyup.it).

Inoltre, un’ulteriore soluzione sostenibile è l’utilizzo di filati e tessuti derivanti da scarti organici. Tra le produzioni più innovative vi sono brand sostenibili che utilizzano residui vegetali derivanti da colture alimentari, normalmente lasciate a marcire o bruciate, trasformati in risorsa preziosa da trasformare in tessuti. A livello nazionale esistono diverse startup innovative che utilizzano scarti di:

  • agrumi per la produzione di filati e tessuti simili alla seta;
  • mele e uva per la realizzazione di prodotti in similpelle;
  • caseina estratta dal latte, riso e scarti di caffè per creare tessuti.

Accanto a queste soluzioni innovative si sta diffondendo tra le aziende la pratica del deadstock, ovvero della capacità delle imprese di mappare e riutilizzare abiti mai usciti dai magazzini e invenduti. Questo risponderebbe a una logica di bioeconomia circolare, data la difficoltà in alcuni casi di riciclare o riparare i capi (AgendaDigitale.eu).

In questo scenario di opportunità, si inserisce la stampa 3D. L’uso di questa tecnologia nella fase di disegno e di realizzazione dei campioni è sostenibile, non solo in termini economici, perché aiuta a ridurre i costi, ma anche in termini di decarbonizzazione, efficientando i processi ad alto impatto emissivo su tutta la filiera produttiva. Di seguito alcuni vantaggi:

  • la possibilità di customizzazione del prodotto;
  • l’allungamento del ciclo di vita grazie alla scomponibilità delle parti e al loro riuso;
  • la correzione degli errori sugli indumenti prima della stampa, tramite software.

Ulteriore potenziale innovativo è legato alle soluzioni che utilizzano la tecnologia Blockchain. Attraverso l’immodificabilità delle informazioni registrate su Blockchain, gli attori della moda sostenibile possono controllare tutto il ciclo della Supply chain (dalla provenienza dei materiali tessili, al monitoraggio dei processi di fornitura, dalla gestione del magazzino e al second hand) con la massima garanzia di trasparenza.

La transizione verso una moda sostenibile passa anche per il retail, ovvero tutte le attività connesse alla vendita. Infatti, attraverso sistemi predittivi che utilizzano l’AI, è possibile raccogliere dai consumatori dati (Big e Small data) fondamentali per gestire in maniera sostenibile l’over-produzione.

Ancora, con l’impiego di tecnologie di identificazione come il rilevamento in tempo reale (dispositivi IoT), si può tracciare il prodotto nella gestione del venduto e dell’invenduto.

In particolare, ci riferiamo a tecnologie che vanno dai noti Rfid (Identificazione a radiofrequenza), Epc (Electronic Product Code), Nfc (Near Field Communication), fino alle “etichette intelligenti” di ultima generazione, che inviano informazioni a Database, dove è possibile identificare e tracciare il ciclo vitale del prodotto (AgendaDigitale.eu – EconomyUp.it).

Questo intervento vuole avviare - nella community di Open Next Generation, tra imprese, ricercatori, professionisti – una riflessione condivisa sulle opportunità della Moda Sostenibile e stimolare la conoscenza e messa a fattor comune di progettualità innovative che si vanno realizzando nell’ecosistema imprenditoriale e della ricerca lombardo.

Se - come imprenditore, ricercatore, professionista - stai lavorando a progetti innovativi nell’ambito della Moda Sostenibile e vuoi presentarlo attraverso Open Next Generation iscriviti alla Community: clicca qui.

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