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13/07/2022

Il James Webb Space Telescope ha fotografato le origini dell’Universo

Diffusi gli scatti all’infrarosso di galassie lontanissime: i primi di questo gioiello tecnologico

Redazione Open Innovation

Anticipata da uno scatto mostrato dai vertici USA l’11 luglio, la carrellata di immagini di galassie lontane fotografata dal James Webb Space Telescope - il più grande telescopio spaziale mai costruito - e presentata dalla NASA nel pomeriggio del 12 luglio rappresenta una svolta (Credits: NASA, ESA, CSA, STScI): per gli appassionati di scienza e cosmo, per la luce che potrà gettare sulle prime fasi di vita dell’Universo, ma indubbiamente anche dal punto di vista tecnologico.

Il telescopio spaziale è nato dalla collaborazione fra NASA, Agenzia Spaziale Europea (ESA) e Agenzia spaziale canadese (CSA) ed è stato lanciato lo scorso 25 dicembre. Raccoglierà dati alla cui interpretazione lavorerà anche l’Università Bicocca di Milano (per saperne di più leggi qui) e ha permesso per la prima volta di inquadrare punti finora invisibili dello Spazio profondo.

Questo grazie alla sua struttura - incentrata su uno specchio di 6,5 metri di diametro composto da moltissimi tasselli perfettamente allineati tra loro -, al suo posizionamento in un’orbita particolare a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra e alla sua attività nella lunghezza d’onda dell’infrarosso. Una delle molte differenze rispetto al suo ‘predecessore’, il telescopio Hubble, che invece è sensibile alla radiazione visibile e ultravioletta: il James Webb potrebbe risultare cento volte più ‘potente’ nel catturare immagini di punti dello Spazio lontanissimi dalla Terra.

Ad esempio, puntato verso l’ammasso di galassie SMACS 0723, distante circa quattro miliardi di anni luce dalla Terra e protagonista della prima immagine diffusa dalla Casa Bianca, il James Webb Space Telescope ha potuto usare tale ammasso come una lente gravitazionale, che cioè deforma ma insieme amplifica la luce di galassie posizionate dietro tale ammasso, altrimenti troppo deboli e distanti da noi per essere viste.

Cinque gli obiettivi fotografati dal James Webb Space Telescope: la Nebulosa della Carena (o Nebulosa di Eta Carinae), una delle più grandi e brillanti della Via Lattea, a 7.600 anni luce; il pianeta WASP-96b, esterno al Sistema Solare e composto principalmente di gas, a 1.150 anni luce dalla Terra; la Nebulosa Anello del Sud, che circonda una stella morente, e il Quintetto di Stephan, cinque galassie vicinissime fra loro distanti da noi 290 milioni di anni luce.

Ognuno di questi obiettivi corrisponde a un importante tema di ricerca: anzitutto quello della nascita delle prime galassie dopo il Big Bang, la loro evoluzione, la nascita delle stellela formazione dei pianeti e lo studio di quelli esterni al Sistema Solare, in particolare della loro atmosfera.

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