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18/07/2022

Innovazione: Italia al secondo posto per numero di Digital Hub

Sono 72 quelli già attivi, davanti solo la Spagna, la Lombardia ne conta 9: ruolo e obiettivi

Redazione Open Innovation

Con 72 Digital Innovation Hub (DIH) già attivi, l’Italia si classifica al secondo posto in Europa (dove se ne trovano in tutto 676), dietro solamente alla Spagna e seguita dalla Germania a completare il podio.

I DHI sono lo strumento voluto dalla Commissione Europea per supportare le imprese nei processi innovativi, in particolare le PMI, e rafforzare il collegamento tra ricerca e industria: si tratta dunque di veri e propri Sportelli unici digitali che mettono a disposizione del tessuto imprenditoriale conoscenze, piattaforme e infrastrutture specializzate, promuovendo lo sviluppo di competenze complesse in ambito digital.

A livello regionale, la Lombardia si classifica al secondo posto con 9 sportelli attivi, preceduta solamente dall’Emilia-Romagna con 10 e seguita da Veneto con 7 e Campania con 6; la loro diffusione non dipende dal Pil prodotto dal territorio, ma dalla maggiore concentrazione di microimprese e imprese ad alto tasso di crescita, con il grande dinamismo delle regioni del Nord-Est a farla da padrona, e ottimi risultati anche al Sud, con diverse regioni che mostrano performance migliori rispetto ad altre del Centro e del Nord Ovest.

Secondo la fotografia dell’universo dei DIH realizzata da Sinappsi, la rivista scientifica dell’Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche), quelli italiani si caratterizzano per modelli di governance variegati, basati soprattutto su collaborazioni pubblico-privato.

Un’operatività che si esprime a livello regionale o nazionale per il 71% dei casi, con un’offerta di servizi rivolta in gran parte alle imprese, con le amministrazioni pubbliche che appaiono meno considerate -, solamente il 16% offre servizi di sostegno alla digitalizzazione della PA - e con finanziamenti a carattere prevalentemente pubblico, attraverso fund raising di diversa derivazione europea (fondi strutturali), nazionale e regionale.

Nati nel 2016, i DIH hanno soprattutto una funzione di organizzazione interna e formazione, per costruire una nuova cultura che consenta di affrontare le sfide poste dall’innovazione 4.0 in maniera organica a livello di ecosistema. Non sono cioè nati per coltivare un singolo aspetto dell’innovazione 4.0, ad esempio quello commerciale o quello produttivo, ma per inserire all’interno di un unico insieme le imprese, i lavoratori, le parti sociali, la cittadinanza attiva, l’accademia e la pubblica amministrazione.

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