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21/12/2023

Big Data per un mercato agricolo trasparente: il primo studio UE parla italiano

L’indagine coordinata da Areté punta sui ICT e dati per gestire informazioni utili a mitigare crisi

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Arriva da Areté, azienda specializzata in analisi economiche e valutazione di politiche e programmi nei settori dell’agricoltura, agroindustria, food ed energie rinnovabili, il primo studio europeo dedicato all’uso e alle potenzialità dei dati per il sistema agroalimentare.

Il progetto, delineato dalla Direzione generale per l’agricoltura (Dg Agri) della Commissione europea, consentirà di mappare i principali e più performanti sistemi di gestione dei dati agricoli in tutto il mondo, oltre che le modalità con cui alcuni Paesi riescono a sfruttare la gestione in tempo reale delle informazioni per anticipare e ridurre gli impatti delle crisi; un monitoraggio di circa 18 mesi che ha l’obiettivo di supportare l’Europa nel raggiungere lo stesso risultato.

La situazione negli ultimi anni è stata piuttosto variabile e questo ha portato spesso a tensioni e problematiche di varia natura: basti pensare a materie prime quali zucchero, oli vegetali e grano duro, tanto per citarne qualcuna, le cui quotazioni hanno avuto importanti oscillazioni che hanno portato a un superamento anche del 100% del prezzo, con rilevanti effetti sulla sostenibilità economica di alcuni segmenti della filiera.

“Study on the role of information and communication technologies to improve market transparency”, questo il nome dell’indagine, punta a suggerire alcuni strumenti informativi e comunicativi in grado di migliorare la trasparenza dei mercati, analizzando molteplici nuove tecnologie e i cosiddetti ‘Big Data’, per realizzare uno o più sistemi che siano in grado di coprire l’intero iter dalle fasi di fornitura dei mezzi tecnici per l’agricoltura fino alla distribuzione dei prodotti finali ai consumatori, passando, naturalmente, per agricoltura e industria alimentare.

Lo studio coprirà i 27 Paesi dell’Ue e una serie di Paesi terzi quali Regno Unito, Usa, Canada e Australia, analizzando sia sistemi pubblici sia sistemi informativi gestiti da privati, attraverso l’accurato lavoro di un team di 30 esperti distribuiti in altrettanti Paesi.

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