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    Nanotecnologie, uno studio sul secretoma per nuove terapie geniche e vaccini

    L’Università di Brescia ha indagato particelle nanometriche come possibili vettori

    di Redazione Open Innovation | 22/01/2020

La prestigiosa rivista Biomaterials Science, edita dalla Royal Society of Chemistry, ha pubblicato nel numero di gennaio e ripreso in quarta di copertina un articolo a firma di ricercatori del Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale dell’Università degli Studi di Brescia, coordinati dal Professor Paolo Bergese.

A essere prospettata per la prima volta è una visione sistematica e in chiave nanotecnologica delle particelle di dimensione nanometrica (1-500 miliardesimi di metro) secrete dalle cellule (“the nanostructured secretome”).

Queste minute particelle, soffici e naturali, fra cui spiccano le vescicole extracellulari, popolano i fluidi biologici e, adeguatamente comprese e manipolate, possono marcare un nuovo affascinante paradigma nel campo dei nanomateriali, con ricadute che spaziano dalle scienze di base alla medicina.

Tutte le diverse possibili applicazioni

Al centro del lavoro, inserito nell’ambito del progetto europeo evFOUNDRY e con il contributo dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, il ruolo di queste nanoparticelle nei meccanismi di comunicazione fra le cellule e la loro applicazione come sistemi per la veicolazione mirata di molecole farmaceutiche o di acidi nucleici (terapia genica), come agenti terapeutici “cell-free” in medicina rigenerativa o come vaccini.

 Inoltre, dato il loro ricco e complesso profilo composizionale direttamente collegato al fenotipo e alla condizione delle cellule genitrici, esse promettono un salto di qualità in campo diagnostico, aprendo una nuova via per la biopsia fluida. Applicazioni interessanti si profilano anche in campo nutraceutico e cosmeceutico.

Sul lungo periodo, ci si aspetta che queste nanoparticelle contribuiscano in modo sostanziale allo sviluppo di una nuova nanotecnologia, basata sull’integrazione di componenti naturali e sintetici.

Qui un abstract dell'articolo.

 

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