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Obsolescenza programmata: l’Europa e il sì al “diritto alla riparazione”
Dalla risoluzione del Parlamento UE si va verso un’etichettatura con un indice di riparabilità
di Redazione Open Innovation | 30/12/2020
Il Parlamento Europeo sta lavorando con grande impegno, già da diverso tempo, al tema dell’obsolescenza programmata: la strategia industriale con cui molti produttori limitano a priori la durata di un bene, per facilitare l’acquisto di una nuova versione invece dell’aggiornamento o riparazione di quella già in uso.
Il cosiddetto “diritto alla riparazione”, previsto nella risoluzione adottata a fine novembre 2020, è tra le priorità del Parlamento Europeo anche in un’ottica di sostenibilità ambientale, per poter incentivare al riutilizzo dei dispositivi esistenti. L’inziativa di una risoluzione non legislativa è inserita nel contesto del “Circular Economy Action Plan” con obiettivi ben precisi di riconoscimento del diritto all’aggiornamento di un software obsoleto.
Quello dell’obsolescenza prematura è un tema sempre più sentito non solo tra i legislatori, ma in particolare dai consumatori: secondo un sondaggio Eurobarometro di qualche anno fa, il 77% dei cittadini dell’UE preferirebbe riparare i propri dispositivi piuttosto che sostituirli, mentre il 79% ritiene che dovrebbe vigere l’obbligo pei produttori di semplificare la riparazione dei dispositivi digitali o la sostituzione delle singole parti.
La risoluzione approvata dal Parlamento Ue punta alla realizzazione di un indice di riparabilità, sul modello che arriverà in Francia nel 2021, con il duplice l’obiettivo di informare e tutelare l’ambiente: l’acquirente prende così piena coscienza di quanto un prodotto sia più o meno riparabile – e quindi sostenibile – dando conseguentemente modo a tutti di valutare l’acquisto di un dispositivo.
Un obiettivo raggiungibile attraverso l’etichettatura obbligatoria dei prodotti in base alla loro vita utile, con informazioni ben precise sulla durata media di un prodotto. Il Parlamento Ue si è dato tempistiche stringenti per la realizzazione di queste norme che dovrebbero arrivare entro la fine del 2021.
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