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    Editing genetico, annuncio senza precedenti in Cina: nate due bimbe con il DNA modificato

    Su Youtube He Jiankui spiega di avere utilizzato la tecnica Crispr per “difenderle” dall’Aids

    di Redazione Open Innovation | 27/11/2018

Un video su Youtube. Così lo scienziato cinese He Jiankui ha comunicato al mondo la nascita dei primi esseri umani con DNA modificato. Si tratta, spiega, di due gemelle, Lula e Nana, che sarebbero nate una settimana fa.

 

Il genetista dell’università di Shenzen sarebbe intervenuto sul loro corredo genetico durante la fecondazione in vitro con l’ormai nota tecnica Crispr-cas9, per renderlo più resistente a una serie di malattie infettive, in particolare all’Aids da cui è affetto il loro padre.

 

OLTRE LA SPERIMENTAZIONE

 

Il condizionale è d’obbligo, e per diversi motivi. Le due gemelle non sono mai state mostrate, e questo sarebbe il primo caso di intervento con Crispr su embrioni umani non per una sperimentazione – come è già avvenuto – ma per una gravidanza poi portata a termine.

 

Niente a che vedere allora con il trapianto negli adulti di cellule geneticamente modificate previsti dalle terapie molecolari, su cui oggi si punta in oncologia ma non solo.

 

Le sperimentazioni su embrioni umani, peraltro, hanno avuto via libera negli USA solo nel 2017, mentre in Cina questa barriera ‘psicologica’ era stata abbattuta due anni prima.

 

Dunque mai la tecnica Crispr-cas9 per l’editing genetico – ribattezzata ‘taglia e incolla’ del DNA – era stata utilizzata per modificare geni delle specie umana con potenziali conseguenze, ancora tutte da esplorare, sulla discendenza degli embrioni ‘editati’.

 

L’American Society of Human Genetics prevede ad esempio il ricorso a questa opzione solo per la cura di embrioni gravemente malati. Nel caso delle gemelle invece si parla di embrioni sani: He Jiankui avrebbe tentato l’intervento su quelli di 7 coppie che si erano sottoposte a trattamenti di fertilità, e solo per una si sarebbe arrivati alla gravidanza.

 

L’annuncio è insomma senza precedenti, il passo compiuto, se confermato, rappresenterebbe il superamento di una soglia considerata finora invalicabile. Le prime reazioni degli stessi scienziati sono divise tra scetticismo e critica. A pesare sono anzitutto gli insuccessi nel caso dei primi embrioni modificati in Cina appunto nel 2015.

 

UN INTERVENTO NECESSARIO?

 

Senza contare un elemento non secondario: l’intervento è stato motivato da Jiankui con l’interesse proteggere non da una malattia genetica ereditaria ma dall’Aids, che può essere trattato con farmaci e soprattutto prevenuto, evitando determinati comportamenti e utilizzando precauzioni. I mezzi (si suppone) utilizzati si presenterebbero insomma del tutto sproporzionati rispetto al fine dichiarato.

 

He Jiankui spiega che dagli esami sul DNA delle due neonate non risulterebbero anomalie genetiche, aggiungendo che le modifiche introdotte avrebbero ‘attecchito’ solo su una delle due gemelle. Il suo annuncio arriva alla vigilia dell’apertura a Hong Kong, il 27 novembre,  proprio del congresso mondiale sull’editing genetico.

 

A questo proposito, un altro punto viene sottolineato dalla comunità scientifica: per verificare la reale portata di un simile esperimento occorrerebbe una revisione peer-to-peer e la pubblicazione su riviste specializzate. Di questo però non si ha notizia.

 

Rimangono agli atti invece gli interrogativi e le preoccupazioni subito rimbalzati da un capo all’altro del mondo. Segno tangibile dei fantasmi – uno su tutti, quello dell’eugenetica – e delle questioni etiche che questa nuova frontiera della scienza evoca.

 

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