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    Musei attivi sui social: le percentuali aumentano

    di Viviana Tropeano

Durante la seconda edizione dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali si è molto discusso di come i musei utilizzino o non utilizzino la tecnologia. Che si parli di servizi digitali in loco o online, le percentuali dei Beni Culturali che si stanno mettendo in gioco sono sempre più alte.

Al giorno d’oggi, dove la tecnologia è sempre più presente, è importante saperla utilizzare per creare un legame con gli utenti e mostrare loro quello che si ha da offrire. Ormai la prima cosa che si fa quando si vuole andare al museo, è cercare su internet orari, costi e localizzazione del museo: attività facile e veloce se il museo ha un sito web proprietario. Per fortuna, i musei che non sono presenti in rete sono in calo e anche quelli che non hanno un sito ad hoc possono essere trovati su canali come TripAdvisor (20% in più rispetto al 2016).

I social consentono un’ulteriore passo in avanti. Secondo la ricerca, il social prediletto è Instagram, ma aumenta anche l’uso di Facebook e Twitter (dal 13% al 18%). Oltre alla presenza sulle diverse piattaforme conta però la capacità di tenere vivo il dialogo coi propri utenti: tra i musei con più like su Facebook troviamo i Musei Vaticani e la Reggia de La Venaria Reale; su Twitter il profilo dei Musei in Comune di Roma e il MAXXI; su Instagram i più seguiti sono la Peggy Guggenheim Collection e la Triennale.

Altro punto fondamentale della ricerca è stata la necessità di stendere una roadmap per il piano di innovazione digitale dei musei, ancora poco presente. Il percorso può essere articolato in quattro passaggi:

  1. la mappatura delle proprie risorse digitali e umane
  2. la descrizione degli obiettivi e la creazione di una strategia
  3. determinare le attività e i progetti che vogliono essere portati avanti o migliorati
  4. verificare la sostenibilità in base alla gestione, alla tecnologia, al tempo e alla cultura.

Il mondo si sta sempre più muovendo verso la tecnologia che porta nuovi trend e nuove possibilità. È compito dei musei decidere se cavalcare l’onda o lasciarsi travolgere!

Per chi volesse approfondire si consiglia l’articolo:

http://libreriamo.it/beni-culturali/oltre-meta-mus...

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Ultimi 3 contributi di 3 totali

Benedetta Scarpelli

22/06/2018 alle 14:48

Buonasera Viviana,

a proposito di musei e digitale, segnalo uno studio uscito qualche giorno fa a cura Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali. Lo trovo particolarmente interessante perché dà una visione ad ampio raggio sull’uso degli strumenti digitali nel contesto dei beni culturali

https://www.franzrusso.it/condividere-comunicare/i-musei-italiani-sono-sempre-piu-sui-social-media-ma-pochi-hanno-progetti-innovativi/

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Angela Di Massa

15/06/2018 alle 11:07

Credo che l'utilizzo di strumenti e soluzioni tecnologiche sia assolutamente un'opportunità da abbracciare senza grosse perplessità. Credo anche che la fruizione delle opere d'arte attraverso applicazioni interattive in loco e online possa essere ancora più coinvolgente se ci fosse una progettazione della narrazione. Raccontare un'opera è il primo step di interazione con l'utente. Ho un bellissimo ricordo di un'esperienza vissuta presso un museo (ahimè non ricordo il nome), in cui la situazione immortalata nel dipinto era descritte e raccontata in toto dai personaggi rappresentati, includendo i suoni e rumori ambientali.

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Mario Maggi

10/06/2018 alle 09:52

Ci sono degli oggetti interessanti che non meritano una posizione prestigiosa in un famoso museo, ma che potrebbero essere conservati in posti remoti con costi bassi, rendendoli però accessibili via web a tutti. Parlo di raccolte di oggetti elettrotecnici datati, di attrezzi e macchinari contadini, di veicoli elettrici artigianali, di elettronica vecchia di molti decenni.

Molti di questi oggetti finiscono dal rottamaio, purtroppo. Qualcuno potrebbe intravedere la possibilità di fare una nuova attività, magari in uno dei tanti edifici abbandonati.

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