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Open Scuola - Notizie

23/03/2021

Fotografia di un anno di DAD: troppe distrazioni, sì a strumenti digitali

Indagine Ipsos -Istituto Toniolo e Paole O_Stili su Didattica a distanza: più difficoltà a studiare

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

L’Istituto Toniolo e il movimento Parole O_Stili con il supporto di Ipsos hanno condotto un’indagine su oltre 3.500 studenti della scuola secondaria e 2 mila dei loro insegnanti, dalla quale emerge una sempre maggiore difficoltà nel seguire le lezioni attraverso la Didattica a distanza e nel riuscire ad avere un dialogo con i propri insegnanti: il 65% dei ragazzi dice di faticare a seguire le lezioni online e il 40% riferisce di aver percepito un peggioramento nelle proprie capacità di studio.

Nel complesso, il 77% degli studenti vuole tornare in presenza, continuando a utilizzare gli strumenti digitali  ma in modo più efficace per l’apprendimento.

Smartphone e social, le distrazioni

Il problema principale sono le distrazioni che, se ci sono sempre state anche tra i banchi di scuola, attraverso la DAD sono molto più ‘a portata di mano’ o di device tecnologico. Il 96% degli intervistati dice di aver chattato durante le lezioni, l’89% è stato sui social, l’88% ha mangiato, altri - pochi - giocano online o vedono serie tv. L’utilizzo dello smartphone ha avuto un vero boom: +73%. Sul podio WhatsApp, seguito da Instagram, YouTube e TikTok.

Allo stesso tempo, solo il 17% dei genitori ha imposto limiti di tempo nell’utilizzo dello smartphone, il 14% nell’accesso ai social e il 13% nell’accesso ad alcuni giochi on line.

Strumenti digitali, sì per arricchire didattica e coinvolgere

L’uso fatto a scuola degli strumenti digitali ha consentito di svolgere lezione a distanza (per il 79% il giudizio è favorevole su questa funzione), ma molto meno ha invogliato a studiare (23%) o ha consentito di apprendere in modo più efficace (35%). Molti studenti hanno però sperimentato il digitale in modo spontaneo e creativo, non solo per confrontarsi tra loro durante le lezioni, ma anche per svolgere attività autonome fuori dall’orario di lezione (per ricerche e gruppi di studio a distanza).

Alessandro Rosina, docente alla Cattolica e coordinatore scientifico di “Laboratorio Futuro” dell’Istituto Toniolo ha sottolineato come “la mancanza di interazione diretta, della dimensione relazionale di classe, e l’uso delle nuove tecnologie improntato alle modalità di lezione tradizionale, ha impoverito tutte le dimensioni del processo formativo, riducendo motivazione e impegno soprattutto nelle componenti più fragili a rischio di abbandono”.

Occorre allora “tornare in presenza ma traendo dall’emergenza anche la spinta per un uso più positivo ed efficace gli strumenti digitali sperimentati. Sia studenti che insegnanti vorrebbero infatti un maggior uso in futuro del digitale, non in funzione sostitutiva ma come arricchimento dell’attività didattica, in grado di stimolare di più, di coinvolgere in modo attivo, di mettersi in sintonia con nuovi modelli di apprendimento”.  

Inoltre, gli intervistati dichiarano di aver compreso l’utilità e i vantaggi degli strumenti digitali (75%) e il 50% ha promosso con un “sufficiente” e “buono” il livello di digitalizzazione degli insegnanti, quota che sale leggermente quando valutano la capacità della scuola di fornire le infrastrutture digitali necessarie.

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