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Open Scuola - Notizie

01/09/2021

Scuole a caccia di Ingegneri e altre figure tecniche: mancano i docenti

Meccanica, elettronica, informatica: 2 mila posti da coprire ma i professionisti restano nel privato

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Una vera e propria “merce rara”: sono gli ‘insegnanti tecnologici’ negli Istituti tecnici o professionali, a copertura di posti destinati ai laureati in ingegneria meccanica, elettronica o informatica, che anche se alla prima esperienza sembrano rifiutare questa prospettiva a causa di un salario ritenuto troppo basso e del lungo percorso di precariato che si profila davanti a loro.

Un problema certamente non da poco in Lombardia, stando all’elaborazione di Cisl Scuola, secondo cui a una prima ricognizione sarebbero circa 2 mila i posti vacanti nelle discipline tecnologiche, più precisamente le cattedre da assegnare con supplenze per Scienze e tecnologie meccaniche sono 45 a Milano e 236 in Lombardia, mentre per Informatica sono rispettivamente 113 e 466, per Elettronica 72 e 220; a queste vanno aggiunte 236 cattedre da ITP (insegnante tecnico pratico) per Meccanica e 132 di Tecnologia delle comunicazioni multimediali.

La speranza è di riuscire a coprire la maggior parte dei posti, ma quasi certamente sarà impossibile coprire la totalità. Nel frattempo, i dirigenti ricorrendo quando necessario alle MAD, o “messe a disposizione”, selezionando tra i curriculum di chi non ha mai insegnato ma ha una laurea che glielo consente.

Emblematico il caso dell’istituto Maxwell di Milano, uno tra i pochissimi a offrire ai propri studenti la possibilità di conseguire il diploma in Aeronautica, eppure anch’esso spesso in difficoltà, con il rischio di restare senza insegnanti di tale materia, oltre che in Meccanica ed Elettronica.

Al di là degli istituti coinvolti, il dato rappresenta un elemento di allarme per la formazione tecnica in una serie di percorsi a cui le aziende guardano per reperire in futuro tecnici ed esperti da cui hanno bisogno. Questi insegnamenti prevedono qualifiche specifiche, che però vengono subito assorbite dal mercato, con stipendi - e prospettive - che paragonati a quelli dei docenti non rendono appetibile la scelta della docenza. Soprattutto considerando i tanti anni di precariato all’orizzonte per i neo insegnanti: una maggiore regolarità dei concorsi potrebbe offrire loro una continuità differente e più allettante.

Un nodo che rimane dunque da sciogliere, per garantire un’istruzione tecnica di qualità ai tecnici di domani.

 

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