Pur essendo il 2022 già “coperto” dalle misure esistenti del Piano Transizione 4.0, la Legge di bilancio ha anticipato la proroga del Piano Transizione 4.0 al periodo 2023-2025, permettendo così di dare ulteriore continuità al progetto, e offrendo anche maggiore stabilità e longevità a una misura che era nata con l’obiettivo di dare un impulso immediato agli investimenti nel breve termine.
Così, nel 2022, il Governo ha deciso di aprire un tavolo di confronto con le imprese e non solo per capire come proseguire, perché l’attuale sistema dei crediti d’imposta con le merceologie elencate nei due allegati e le aliquote dimezzate non sembra aver fatto breccia nei cuori degli imprenditori.
A questo si aggiungono anche diverse necessità che sono emerse nel corso dei primi cinque anni del piano, che al momento non hanno ancora trovato adeguata copertura nell’ambito delle politiche di incentivazione.
La conferma del piano per il triennio 2023-2025 si può considerare a tutti gli effetti un vero e proprio messaggio alle imprese, che da un lato vengono tranquillizzate sul fatto che il supporto agli investimenti privati innovativi proseguirà, ma dall’altro precisa che la misura di tale supporto non potrà essere della stessa portata di quella del biennio 2021-2022, dove erano presenti anche i finanziamenti europei.
Di conseguenza, il messaggio è piuttosto chiaro: chi ha la possibilità di investire in questo 2022 ha ogni convenienza a farlo, in quanto è l’ultimo anno in cui il supporto è pari a quello del biennio precedente. Mentre dal 31 dicembre ci sarà quasi certamente una riduzione dell’incentivo, di che natura ancora non è dato saperlo.
Tra i nuovi fronti su cui investire, come emerso in questi anni, c’è l’evoluzione della Blockchain e dell’Intelligenza Artificiale, con l’Italia che per quest’ultima si è finalmente dotata di una strategia di sviluppo che si inserisce in un quadro europeo; a queste si aggiunge l’oramai impellente bisogno di sostenere, oltra alla transizione digitale, anche la transizione ecologica; un terzo nodo rimasto scoperto riguarda la volontà di allargare il raggio di azione degli incentivi alla digitalizzazione delle operazioni dell’intera fabbrica, fino ad arrivare alle relazioni di filiera.
Infine, un altro grande tema su cui ci saranno delle novità importanti è quello della formazione, per la quale nel 2022 resta in vigore l’incentivo sui crediti d’imposta commisurati al costo orario dei dipendenti impiegati.