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30/03/2022

Studi professionali italiani ancora poco digitali. Anche in Lombardia

Indagine di Università di Pavia, Si-Net, Commercialisti: solo il 9% investe davvero in innovazione

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Meno del 10% degli studi professionali intervistati investe sul digitale per trasformare la propria attività. È questo il non certo incoraggiante risultato che emerge dall’indagine condotta dall’Università di Pavia in collaborazione con Si-Net e Accademia dei Commercialisti, che ha esaminato il livello di preparazione digitale di migliaia di professionisti italiani.

Sono circa 500 gli studi italiani di cui si è approfondita la conoscenza digitale, soprattutto commercialisti avvocati e consulenti del lavoro, per il 50% con sede in Lombardia: ne è emerso che nell’ultimo triennio quasi due studi su tre abbiano speso in media non più di 5 mila euro all’anno in soluzioni e applicativi digitali, mentre solo il 9,2% che ha deciso di spingere sull’acceleratore investendo oltre 15 mila euro in nuove tecnologie.

Come sottolineato da Stefano Denicolai, professore di Innovation management all’Università di Pavia, è chiaro come lo studio mostri due facce totalmente differenti della stessa medaglia, con due tipologie di professionisti che vanno a velocità molto diverse.

Da una parte troviamo chi non ha consapevolezza del mezzo e delle opportunità che offre, perché oggettivamente indietro sul digitale più per cultura che non per i fondi a disposizione; dall’altra parte, al contrario, ci sono studi professionali preparatissimi in materia, spesso guidati da imprenditori molto giovani. 

Dimensioni aziendali e fatturato sono variabili che influiscono: dallo studio emerge, infatti, che chi supera i 500 mila euro annui di fatturato investe mediamente 15.535 euro all’anno, mentre nella fascia intermedia che va dai 250 ai 500 mila euro di fatturato la media di investimenti in digitale si abbassa notevolmente a 6.700 euro, con solo il 5% che si distingue investendo almeno 15 mila euro annui.

Se guardiamo al numero dei dipendenti, invece, risulta che gli studi con oltre 20 dipendenti investano in media 26.650 euro nel digitale, con cica il 25% di essi che supera anche quota 30mila euro; gli studi tra i 5 e i 20 dipendenti, invece, raggiungono circa 13.600 euro di media con quasi uno su quattro che supera i 15mila annui.

Il trend che viene evidenziato è che gli investimenti in tecnologia crescono all’aumentare della dimensione dello studio, ma non in modo proporzionale rispetto alla crescita di fatturato o di dipendenti, perché la vera leva di sviluppo del digitale è il capitale umano.

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