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Open Scuola - Notizie

15/07/2022

Rapporto AlmaLaurea 2022: scelte e lavoro, ecco l’identikit dei laureati

Migliorano tasso di occupazione e retribuzioni. Scarica la nota di sintesi

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Il XXIV Rapporto su Profilo e Condizione occupazionale dei Laureati descrive una generale soddisfazione per l’esperienza di studio compiuta - il 72,9% dei laureati che confermerebbe la scelta compiuta sia come corso, sia come ateneo -, anche se rimangono divari di genere, territoriali e sociali.

Si registra un tendenziale miglioramento del tasso di occupazione a un anno dal titolo, segnando un +2,90% rispetto al 2019 per i laureati di secondo livello e + 0,4% per i laureati di primo livello. In aumento poi le retribuzioni: + 9,1% sul 2019 per i laureati di primo livello e +7,7% per quelli di secondo livello.

Ma il mercato del lavoro presenta un quadro di instabilità per i neo-laureati, con un aumento dei contratti a tempo determinato, una sfiducia nelle istituzioni e, al contrario, un’ampia fiducia nella tecnologia, nella rete di relazioni sociali e nella famiglia.

Laurearsi conviene. Ma gli immatricolati sono ancora pochi

Alcuni dati di contesto sono importanti in premessa per sancire che laurearsi conviene. Il livello del titolo di studio posseduto è determinante per non restare disoccupati e per guadagnare di più. Nel 2021 il tasso di occupazione della fascia di età 20-64 anni tra i laureati è pari al 79,2% a fronte del 65,2% dei diplomati (dati ISTAT) e un laureato, secondo la documentazione OECD (Organization de Coopération et de Développement Économiques), guadagnava nel 2020 il 37% in più rispetto a un diplomato.

Quanto alle immatricolazioni, dopo anni di calo nel 2020/21 si era toccato un picco, con una crescita del 21% rispetto al 2013/14 (fonte MUR). Nell’ultimo anno accademico (2021/22) invece le immatricolazioni sono scese nuovamente (-3% rispetto al 2020/21), più forte negli atenei del Mezzogiorno (-5%). Oggi il numero degli immatricolati è ancora inferiore rispetto a quello del 2003/04 (-5%).

Le immatricolazioni non non sono però uniformi, e variano anche molto a seconda delle aree disciplinari: rispetto al 2003/04 ad esempio l’area STEM mostra un aumento del 14%, mentre l’incremento di quella sanitaria e agro-veterinaria si è fermato al 2%. Mentre l’area artistica, letteraria, dell’educazione e soprattutto l’area economica, giuridica e sociale sono ancora al di sotto della quota di immatricolati del 2003/04 (rispettivamente con un -11% e un -15%).

Il profilo dei laureati

Uno dei dati più rilevanti emersi è che la famiglia di origine influenza la scelta dell’università e l’entrata nel mercato del lavoro. Il contesto culturale e sociale della famiglia influenza anche la scelta del corso di laurea: i laureati provenienti da famiglie con livelli di istruzione più elevati hanno scelto più frequentemente corsi di laurea magistrale a ciclo unico, rispetto ai laureati che hanno optato per un percorso “3+2”.

Il successo negli studi universitari

Scende l’età media alla laurea, pari a 25,7 anni nel 2021: dieci anni prima era di 26,9 anni. Così come migliora la regolarità negli studi: se nel 2011 concludeva gli studi in corso il 38,9% dei laureati, nel 2021 a laurearsi in corso è stato il 60,9%.

Un dato che però ha beneficiato anche della proroga della chiusura dell’anno accademico concessa agli studenti per l’emergenza Covid-19.

Il voto medio alla laurea nel 2021 è pari a 103,5 su 110 (nel 2011 era 102,9 su 110).

Per conoscere i numeri precisi del Rapporto e avere un quadro più dettagliato leggi la Nota di sintesi: scarica l’allegato.

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