Lavoro, la laurea rimane un valore. Ecco quale ‘paga’ di più

Laurearsi è ancora un valore retributivo per il mercato lavorativo Italiano?

Secondo l’Osservatorio JobPricing, investire in istruzione è ancora fonte di ottimi dividendi.

Investire il proprio tempo in istruzione garantisce un più facile accesso al mercato del lavoro: lo certifica lo University Report, studio di carattere divulgativo sul cosiddetto payback dell’istruzione terziaria a cura dell’Osservatorio JobPricing.

Per il 2022, il report ha fornito dati oggettivi sul vantaggio dato dall’istruzione in termini di occupazione, ma soprattutto di salari, nonostante nel mercato del lavoro italiano vi siano importanti criticità e si possa avere la percezione che studiare non convenga. A questo proposito, il fine ultimo del rapporto è quello di fornire agli studenti (e alle loro famiglie) strumenti utili che possano renderli più consapevoli sull’evolversi della domanda di lavoro, e a fare dunque scelte formative più oculate e orientate alla futura occupazione.

Nel mercato del lavoro italiano oggi purtroppo vi è un eccesso di offerta di laureati con competenze poco richieste. Va evidenziato che l’appartenenza a determinati gruppi disciplinari esercita un effetto sulle chance occupazionali: a parità di altre condizioni, i più favoriti sono i neolaureati nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologie, Ingegneria e Scienze matematiche).

In particolare, le facoltà scientifiche consentono sia l’ingresso a livelli retributivi maggiori sia una crescita del salario più sostenuta nel corso della carriera. 

Per risolvere questa situazione servirebbe maggior sinergia tra università e imprese, funzionale a colmare il gap di skill-matching richiesta alla formazione dal mondo del lavoro.

Per scaricare il report, vai a questo link.