È già allarme siccità per l’estate 2023. Lo certificano diversi studi, tra cui uno del Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea.
Qual è la situazione in Lombardia?
Ce lo spiega Alessio Cislaghi, ricercatore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano (dove il 22 marzo, Giornata mondiale dell’acqua, si terrà la seconda giornata dell’evento “Abbiamo l’acqua alla gola”: scopri il programma).
In questa video intervista, Cislaghi racconta anzitutto quali dati preannunciano per l’estate 2023 “una situazione più gravosa dello scorso anno”: dalla portata dei fiumi Po e Adda al deficit complessivo di metri cubi d’acqua sul territorio.
Quindi ci parla delle possibili soluzioni, a brevissimo e medio termine: dal risparmio - grazie anche maggiore efficienza e riduzione delle perdite - a un monitoraggio più dettagliato dell’acqua.
Ma i cambiamenti climatici hanno anche un’altra faccia della medaglia: piogge sempre più violente, fenomeni alluvionali: Cislaghi ci ricorda che 200 mila lombardi vivono in zone ad alta pericolosità dal punto di vista del dissesto idrogeologico.
In entrambi i casi, sottolinea il ricercatore, un ruolo fondamentale possono giocare l’innovazione (in agricoltura e non solo), la raccolta di dati (con satelliti e droni), nuove tecnologie per la gestione e il controllo.
E, non ultimo, gli interventi previsti in 4 macro ambiti dal PNRR per la tutela della risorsa idrica in Italia.
Scopri di più, guarda la video intervista:
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