Il 97% delle imprese fintech italiane ha in programma di allargare il proprio team nei prossimi 12-24 mesi: è quanto emerge dall’ultimo report Fintech Waves, realizzato da EY (già Ernst & Young) in collaborazione con il Fintech District.
Alla sua seconda edizione, il report analizza 100 aziende nate dopo il 2009 con almeno un servizio attivo in Italia e con ricavi maggiori di zero.
La volontà di assumere nuovi talenti si scontra però con la realtà dei fatti, dal momento che il 61% del campione intervistato ha dichiarato di avere difficoltà nel trovare personale con le giuste skill: tra i profili più ricercati certamente gli sviluppatori di app e software con il 68%, seguiti dagli specialisti nel Business Development con il 42% e dagli Analisti dati con il 29%. Anche gli esperti di regolamentazione e compliance sono sempre più ricercati, a testimonianza di quanto il settore si stia avviando verso una fase di maggiore consapevolezza e maturità.
I numeri del comparto
Una tendenza confermata anche dal volume di nuovi investimenti in capitale registrato nel 2022: più di un miliardo di euro, di cui circa 712 milioni arrivati da Venture Capital; una crescita molto importante pari al +16% rispetto al 2021, che acquista ancora più valore se consideriamo la decrescita che si è registrata a livello europeo con -34%.
A livello continentale, infatti, gli investimenti totali 2021 sono stati pari a 28,9 miliardi di dollari, mentre nel 2022 l’asticella si è fermata a ‘soli’ 19.2 miliardi; a questo si aggiunge anche la disparità di evoluzione da parte del tasso di crescita annuale composto (CAGR), che a livello europeo si è attestato in media al 27%, mentre in Italia è stato del 59%, in linea con quello francese del 60%.
A livello generale, dunque, il Fintech italiano cresce e gode di uno stato di buona salute, preparandosi ad assumere nuove figure sempre più qualificate, ma è importante fare attenzione alle turbolenze internazionali che sono sempre in agguato. In particolare al ‘funding drought’, ovvero la carestia degli investimenti, che dall’ultimo trimestre 2022 sta colpendo tutti i settori tecnologici a livello globale, con molte startup, scaleup e brand affermati che hanno già scelto di ridurre il personale.