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14/06/2023

Agritech: ecco ACRE, sfida tra robot per campi sostenibili senza pesticidi

Nell’ambito del progetto Horizon 2020 “METRICS” per la diffusione di robot e A.I. in agricoltura

Redazione Open Innovation

Diserbanti chimici addio: a eliminare le erbacce dai campi agricoli ora penseranno robot autonomi.

Sembra un sogno, è diventato realtà per due giorni a Cornaredo, alle porte di Milano, nel corso di ACRE (Agri-food Competition for Robot Evaluation).

Una vera e propria gara tra robot agricoli messi a punto da ricercatori, startup, aziende che si sono cimentati letteralmente sul campo nel diserbo di malerbe.

La sfida innovativa, parte di un più ampio progetto europeo, si è svolta a fine maggio 2023 ha visto protagonisti due grandi atenei milanesi: è stata infatti organizzata per parte italiana da AIRlab, il laboratorio di Intelligenza Artificiale e Robotica del Politecnico di Milano e dal Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, con la collaborazione di FederUnacoma e Informatore Agrario.

ACRE è finanziata dalla Commissione Europea nell’ambito del progetto Horizon 2020 “METRICS”, nato aumentare la diffusione dei robot e delle tecniche di Intelligenza Artificiale in agricoltura e dunque il peso dell’Agritech nell’Unione Europea.

L’obiettivo specifico di ACRE è poi quello di avvicinare l’industria italiana delle macchine agricole a ricercatori nel campo della robotica e dell’Intelligenza Artificiale, a partire da quelli del mondo accademico.

La sfida nei campi

E così all’interno dell’Azienda agraria sperimentale “Cascina Baciocca” dell’Università degli Studi di Milano i robot si sono cimentati in prove specifiche: il riconoscimento con discriminazione delle malerbe rispetto alle colture da tutelare; la capacità di muoversi autonomamente in campo; il vero e proprio diserbo lungo la fila coltivata senza danneggiare le colture. E se nella prima edizione si era puntato su fagioli e mais, quest’anno è stata considerata anche la bietola.

Una scommessa europea

Per la nostra agricoltura potrebbero rappresentare una svolta.

Anche in versione low-cost, i robot possono garantire benefici ambientali, sociali ed economici dal momento che rappresentano un’alternativa all’uso di prodotti chimici, o comunque una drastica riduzione nel loro utilizzo, senza oltretutto coinvolgere alcun operatore come si è visto appunto a Cornaredo.

Non solo: la scommessa è quella di creare solide partnership che permettono nel prossimo futuro di colmare il gap ora esistente in termini di robotica agricola tra l’industria europea e quella statunitense, e, similmente, tra quella italiana e quella delle varie realtà europee quali Olanda e Francia, dove si è tenuta la prima edizione lo scorso anno.

I protagonisti

A Cornaredo sono stati messi in campo robot costruiti sia da startup legate all’ambito accademico per lo sviluppo di soluzioni robotiche avanzate, sia da aziende già in grado di offrire sul mercato prodotti ingegnerizzati, oltre che agricoltori “smart” e produttori di attrezzature agricole.

A Coordinatore le competizioni ACRE il professor Matteo Matteucci del Dipartimento di Elettronica Informazione e Bioingegneria (DEIB) del Politecnico di Milano, mentre per la Statale è coinvolto il professor Davide Facchinetti, docente di meccanica agraria.

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