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16/11/2023

FATTORE UMANO | LAVORO IN CERCA DI PERSONE

Convegno regionale | Lecco, martedì 21/11/23 dalle 9:30

Stefano Radaelli

Stefano Radaelli

Mestieri Lombardia

“Creare posti di lavoro”, negli ultimi decenni è stato senza dubbio uno dei nodi centrali di qualsiasi dibattito sui temi dell’occupazione, in Italia e non solo. 

Ma, fin dagli inizi degli anni 2000, Jeremy Rifkin nel suo famoso saggio “La fine del lavoro” si interrogava su quale sarebbe stato il destino dei milioni di giovani lavoratori di cui, da lì a poco, l’economia globale sempre più automatizzata non avrebbe più avuto bisogno. L’incertezza sul futuro  dell’occupazione di fronte alla forza dirompente della trasformazione tecnologica diveniva la leva per ripensare la vera natura del lavoro, per esplorare modi alternativi per le persone di definire il proprio ruolo e contributo nei confronti della società. 

Seppure questa riflessione rimanga tuttora profondamente valida, lo scenario in cui tale riflessione si innesta appare oggi mutato. 

Nel mercato del lavoro odierno la risorsa più rara sono le persone, questo è un dato di fatto incontrovertibile. Le opportunità di impiego ci sono ma non si trovano le persone disposte ad occuparle. 

Il lavoro è al centro di una profonda trasformazione culturale, demografica, sociale, tecnologica che incrocio una molteplicità di aspetti, sfide ed opportunità: 

- la scarsità della risorsa lavoro in termini assoluti: in Italia, fra il 2017 e il 2022, la popolazione in età lavorativa è diminuita di 750mila unità, con la previsione che entro il 2041 si ridurrà di oltre il 12%; 
- l’invecchiamento della popolazione e, al contempo, il mancato coinvolgimento dei giovani nel mondo del lavoro, con 1,7 milioni di ragazzi e ragazze, fra i 15 e i 29 anni, che non studiano e non lavorano; 
- la ridefinizione del rapporto con il lavoro e del suo ruolo: le persone, soprattutto i giovani, non sono più disposte ad accettare un lavoro qualunque a qualsiasi condizione come ci dimostra anche il fenomeno delle grandi dimissioni che si traducono, perlopiù, in transizioni lavorative;  
- le difficoltà in termini di recruitment e retention, accompagnata dalla maggior disponibilità da parte delle aziende ad investire sulle risorse umane; 
- la mancata occupazione della forza lavoro femminile, con un tasso di inattività fra le donne pari al 45% (pari al 13% in più della media europea); 
- la potenziale disponibilità a valorizzare risorse finora considerate ai margini del mercato, quei lavoratori più fragili o cosiddetti "svantaggiati", stando ad una recente ricerca di McKinsey sempre più aziende si stanno orientando verso un recruiting ispirato a principi di equità, uguaglianza e inclusione. 

Proprio su quest’ultimo aspetto ci vorremmo concentrare nel corso del nostro appuntamento annuale, partendo da tale considerazione per ampliare ulteriormente lo sguardo. 

L’avvento della pandemia da Covid-19 ha rimesso in discussione molti aspetti della vita di ognuno, portando alla ridefinizione della scala di valori, individuale e collettiva, e alla progressiva delegittimazione della cultura performativa. Processi che stanno avendo profonde ricadute a livello sociale e professionale. 

Emerge la necessità di risignificare il valore del lavoro da un punto di vista soggettivo, come strumento di emancipazione ed affermazione di sé, per riscoprirne poi la dimensione sociale e collettiva, come impegno e cura della comunità in cui si vive. 

Oggi siamo maggiormente consapevoli di come, in realtà, tutti viviamo in una condizione di vulnerabilità, potenziale o effettiva, che muta nel corso della vita ed è legata a condizioni soggettive o di contesto. Vulnerabilità che incide sulla propria capacità/volontà di stare nel mercato del lavoro e che se non riconosciuta può solo aumentare la distanza fra il lavoro e le persone. 

Le soggettività che i lavoratori sempre di più esprimono, in termini di problemi, bisogni, interessi, impongono un ribaltamento del modello: non si tratta più di conciliare la diversità rispetto ad uno standard che è considerato la "norma" (o normalità), ma di adattare il lavoro alla specificità di ognuno. 

Ciò comporta una sfida in termini di innovazione per i modelli organizzativi aziendali, per la giurisprudenza, per le relazioni industriali e la definizione dei rapporti di lavoro che riguarda tutti i lavoratori e le lavoratrici e non solo quei gruppi che usualmente rientrano nello spettro della diversity. 

Capacità di ascolto della persona e di adattamento in base alle sue esigenze, flessibilità e modulabilità del lavoro, accoglienza ed accompagnamento nei percorsi di inserimento, sono da sempre caratteristiche peculiari della cooperazione sociale, che in virtù del suo mandato costitutivo è in grado di integrare e valorizzare le risorse più fragili della società, compensandone la presunta ridotta produttività.

Le cooperative sociali sono portatrici di un modo di fare impresa a lungo considerato marginale ma, proprio la loro esperienza di valorizzazione dei gruppi di lavoratori più fragili - pensiamo alle persone con disabilità, gli stranieri, le donne vittime di violenza, persone uscite da percorsi di dipendenza o detenzione - può essere un concreto esempio, una traccia dalla quale partire per diffondere un modello di inclusione attiva che oggi potrebbe e dovrebbe applicarsi ad una più ampia platea perché capace al contempo di generare e redistribuire valore non solo sociale ma anche economico, alle imprese e alle comunità. 

Come ascoltare le richieste delle persone, saper valorizzare le specificità di ogni lavoratore e lavoratrice, affinché ognuno possa contribuire, per quanto e come può, al benessere economico delle comunità in cui vive, e le aziende possano intercettare i lavoratori di cui hanno bisogno? 

Ne parliamo martedì 21 novembre 2023 dalle 9:15 alle 13:00 presso Auditorium “Casa dell’Economia” Camera di Commercio Como – Lecco in Viale Tonale n. 28/30, Lecco con il seguente programma:

9.15 Welcome coffee e registrazioni

10:00 Saluti Istituzionali

Lorenzo Guerra, Presidente Consorzio Consolida
Alessandra Hofmann, Presidente della Provincia di Lecco
Mauro Gattinoni, Sindaco di Lecco
Valeria Negrini, Presidente Federsolidarietà, Confcooperative Lombardia
Marco Galimberti, Presidente CCIAA Como-Lecco

10:30

Riccardo Bodini, EURICSE, UniTN | L’esperienza del socio-occupazionale come modello di inclusione: la collaborazione con il Piano di zona

Giuseppe Guerini, Cecop | L’esempio della cooperazione sociale di tipo B: l’inclusione delle specificità

Enrico Dalla Rosa, Axia, UniCatt, UniGe | La trasformazione del lavoro: l’evoluzione delle imprese

Ilaria Fiore, Adapt | La vulnerabilità nei contesti di lavoro, un’inclusione possibile?

11:50 - Tavola Rotonda

Come risponde il sistema sociale, economico, istituzionale, alle trasformazioni del lavoro? Alla domanda di rinnovamento del senso e del rapporto con il lavoro? Come si adattano le organizzazioni alle specificità delle persone?

Modera: Gabriele Marinoni, Confcooperative dell’Adda

Partecipano:

Francesca Seghezzi, CGIL - Comitato tecnico Fondo Aiutiamoci nel lavoro

Giuseppe Bruni, Cooperativa sociale Cauto

Maria Grazia Nasazzi, Fondazione Comunitaria del Lecchese

Martina Penati, TechnoProbe SpA

Simone Cerlini, AfolMet, Città metropolitana di Milano

Valentino Santoni, Percorsi di Secondo Welfare

12:40 - Conclusioni

Guido Agostoni, Presidente dei Distretti sociali del lecchese | Il contributo del Piano di zona alle politiche del lavoro

Fabio Loda, Presidente di Mestieri Lombardia

13:00 - Light lunch

a cura della Cooperativa sociale Il Grigio

 

Per iscrizioni compilare il form a questo link https://bit.ly/FATTOREUMANO

In allegato il programma completo.

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