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02/05/2024

Welfare, la crescita del Terzo Settore tra PNRR e digitalizzazione

Il nuovo Codice, la coprogrammazione, i progetti in Lombardia, la video intervista all’esperta Maino

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Negli ultimi anni la spinta verso la digitalizzazione, combinata a eventi straordinari come guerre, pandemia e crisi energetica ha generato una profonda trasformazione nel modo di concepire le politiche sociali.

Il contesto di crisi sociale ha fatto emergere la necessità di costruire un welfare capace di rispondere ai bisogni reali dei cittadini e della comunità. In questo scenario, il Terzo Settore ha assunto un ruolo fondamentale nello sviluppo delle politiche sociali anche grazie all’introduzione di nuovo normative che ne hanno ridefinito i confini.

La svolta legislativa

Con il D.lgs 117/2017  viene introdotto per la prima volta il cosiddetto “Codice del Terzo Settore”, definito all’interno della Legge Delega 106/2016 come “il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi […]””; determinando in maniera chiara il perimetro di quest’ultimo e strutturando in maniera organica e omogenea l’elenco degli enti che ne fanno parte.

In particolare, l’articolo 55 del citato decreto prevede che le amministrazioni pubbliche, nell’esercizio delle proprie funzioni di programmazione e organizzazione a livello territoriale degli interventi nei settori di attività di interesse generale, assicurino “il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo Settore, attraverso forme di co-programmazione e co-progettazione e accreditamento […]

Il ruolo nell’ambito del PNRR

Il Terzo Settore viene citato, nell’ambito del PNRR, all’interno della Missione 5 componente 2 “infrastrutture sociali, famiglia e terzo settore. Tale componente contempla in modo specifico la co-progettazione e la co-programmazione degli interventi, in linea con quanto previsto all’articolo 55 del Codice del Terzo Settore, ponendo l’accento sulla necessità di intercettare e supportare le situazioni di fragilità sociale ed economica e di sostenere le famiglie e la genitorialità. Particolare attenzione è dedicata alle persone con disabilità e agli anziani non autosufficienti, con specifiche linee d’intervento mirate a garantire il loro benessere e inserimento nella società.

Il ruolo del Terzo Settore nella crescita sociale ed economica della Lombardia

Nel contesto del territorio lombardo il Terzo Settore gioca un ruolo fondamentale nel contribuire alla coesione sociale e alla tutela dei diritti dei cittadini; attraverso progetti e iniziative innovative, le organizzazioni del Terzo Settore possono contribuire in modo significativo alla realizzazione degli obiettivi fissati dal PNRR, promuovendo la sostenibilità ambientale, la digitalizzazione e l’inclusione sociale.

All’interno della Smart Specialisation Strategy 2021- 2027 (d’ora in poi S3) - nell’Ecosistema dello sviluppo sociale - Regione Lombardia intende sostenere la sicurezza e il benessere dell’individuo nonché la necessità di interagire con altre persone nel pieno rispetto di alcuni valori quali, ad esempio, la tolleranza, la multiculturalità, la tutela delle minoranze e dei soggetti fragili, il contrasto alla violenza di genere, le pari opportunità.

A questo scopo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza assegnerà 200 milioni di euro alla Regione Lombardia per finanziare oltre 300 progetti dedicati alle persone più vulnerabili – anziani o persone con disabilità – alle famiglie, al Terzo Settore, e alla realizzazione di infrastrutture sociali quali alloggi temporanei e strutture di accoglienza.

Tra le esperienze più interessanti e virtuose sviluppate da Regione Lombardia in questi anni rientra quella relativa alle “Reti Territoriali per la Conciliazione.

L’obiettivo dell’intervento consiste nel favorire la diffusione di iniziative di welfare aziendale, di corresponsabilità dei compiti di cura, di armonizzazione tra vita privata e vita professionale anche per garantire una maggiore parità tra uomini e donne, nel lavoro e nell’accesso alle opportunità, promuovendo ad esempio misure di lavoro flessibile, servizi di assistenza/supporto al caregiver familiare e per la cura dei figli anche in periodi di chiusura scolastica oppure servizi salva tempo.

Sulle opportunità offerte dal Terzo Settore guarda la video-intervistaCoprogettare col Terzo settore, ecco il secondo welfare” alla Professoressa Franca Maino, docente del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano, Direttrice scientifica del Laboratorio Percorsi di Secondo Welfare e curatrice del sesto Rapporto sul Secondo Welfare in Italia.

Innovazione sociale e digitale per il Terzo Settore

La transizione digitale sta rappresentando uno snodo cruciale non solo per il rilancio delle imprese produttive ma anche per le organizzazioni no-profit che operano nel sociale. Nel corso dell’emergenza legata alla pandemia da Covid-19, anche gli enti del Terzo Settore si sono avvalsi dell’utilizzo di strumenti digitali per adeguarsi in maniera rapida ai nuovi scenari, adottando strumenti per la formazione e il lavoro da remoto, convertendo modelli di servizio digitale per continuare a rispondere alle esigenze delle persone e delle comunità e spostando online gli eventi programmati dal vivo.

Tale spinta alla digitalizzazione legata alla contingenza ha fatto comprendere quanto sia vantaggioso portare il digitale anche nell’ambito del Terzo Settore. Oggi, la sfida è quella di sostenere gli enti di questo comparto in un processo di innovazione maggiormente pensato e costruito a livello strategico, in modo da aiutarli a snellire le procedure, avere una maggiore presa sul territorio e fornire nuovi servizi più efficienti, conoscere meglio le comunità che servono grazie all’analisi dei dati e programmare meglio le decisioni.

In conclusione, la combinazione fra innovazione tecnologica e ridefinizione normativa ha consentito al Terzo Settore di accrescere la sua capacità di rispondere ai bisogni della società in maniera efficiente ed efficace.

In questo scenario, la digitalizzazione si configura come una leva strategica per favorire l’evoluzione e il potenziamento delle organizzazioni no-profit, consentendo loro di essere più agili, trasparenti e orientate ai risultati.

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