Nell’anno del Centenario dell’Università degli Studi di Milano e del trentennale della Fondazione Giannino Bassetti arriva un’intesa che favorisce la ricerca, su temi di grande interesse pubblico e di attualità come potere e innovazione responsabile.
Un grande protagonista della vita pubblica
Si tratta dell’Accordo quadro sottoscritto dai due enti a inizio luglio che prevede, tra le altre attività, l’apertura ai ricercatori della Statale dell’Archivio di Piero Bassetti, presidente della Fondazione Giannino Bassetti: prima assessore del Comune di Milano, poi primo Presidente della Regione Lombardia e successivamente Deputato al Parlamento, Presidente della Camera di Commercio di Milano, di Unioncamere, delle Camere di Commercio Italia all’estero, dell’IPALMO e del Gruppo Italiano della Commissione Trilaterale.
(Credits: Fondazione Giannino Bassetti)
Il progetto, centrato sull’Archivio come preziosa e autorevole fonte a cui attingere per informazioni su innovazioni istituzionali, riflessioni teoriche, vita politica e culturale di Milano degli ultimi 70 anni, ha come referente il Dipartimento di Lingue, Letterature, Culture e Mediazioni e Roberta Garruccio, ricercatrice di storia economica.
Le azioni previste
L’Accordo, della durata di tre anni, prevede attività di ricerca, la pubblicazione di studi e l’organizzazione di dibattiti pubblici sulla tematica del potere e dell’innovazione responsabile, grazie al trasferimento alla Fondazione dell’archivio personale di Piero Bassetti.
Un patrimonio imponente di documentazione che corre ininterrotto dal 1947 a oggi e che si dipana lungo diverse dorsali istituzionali, politiche e culturali e che ora potrà essere aperto alla consultazione per la ricerca.
Tra i primi passi attuativi dell’Accordo c’è la borsa di studio appena finanziata dalla Fondazione Bassetti presso l’ateneo milanese, nella cornice del dottorato nazionale che fa capo all’Università di Genova e che al curriculum di Storia dell’idea d’Europa e dell’integrazione europea, al cui collegio partecipa il Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico - Politici della Statale di Milano.
Le voci dei sottoscrittori
“Siamo profondamente orgogliosi di aver stipulato questo accordo con la Fondazione Bassetti, e un sentito ringraziamento va al suo Presidente Piero Bassetti - ha sottolineato il Rettore dell’Università degli Studi di Milano Elio Franzini -. In questo modo, i nostri scienziati accederanno a un patrimonio di grande valore per la ricerca mentre come Statale avremo, ancora una volta, la possibilità di coinvolgere anche i cittadini verso un’innovazione aperta e sempre più responsabile”.
“Il motivo dell’incontro tra Università e Fondazione - ha aggiunto dal canto suo Piero Bassetti - affonda nel convincimento che le istituzioni nelle quali siamo abituati a cercare il sapere - le università - e quelle cui pensiamo sia affidato il potere - anzitutto gli Stati - siano ormai a tal punto sfidate dalle innovazioni da doversi porre una domanda di fondo: nei decenni a venire, a quale sapere andrà il potere?”.
Il segretario generale della Fondazione Francesco Samorè, storico e autore di una biografia politico culturale di Bassetti, ha ricordato poi come le attuali istituzioni volute da Bassetti - Globus et Locus e la Fondazione - siano il frutto più recente dell’itinerario culturale iniziato nel 1959 col libro “Le Redini del Potere” e proseguito nel corso dei decenni fino al recente “Oltre lo specchio di Alice: governare l’innovazione nel cambiamento d’epoca” (scritto da Bassetti durante la pandemia).
Saper reinventare le istituzioni
Alla base di questo percorso l’idea che le istituzioni non siano statiche, ma sempre precedute dalle innovazioni, e che occorra sapere sempre di più per reinventare continuamente le istituzioni.
Bassetti: da Milano e la Lombardia una ‘sveglia’
“L’intelligenza artificiale - ha proseguito Bassetti - ci ha messi di fronte a una rivoluzione nelle modalità di trasmissione del sapere, come fu nel 15° secolo con Gutenberg. Per chi come me è da sempre convinto che la storia sia guidata dal sapere, e che non vi siano istituzioni credibili e legittimate senza la capacità di padroneggiare responsabilmente un sapere aggiornato, la sfida inizia ora. All’università domandiamo il coraggio di ripensare sé stessa come protagonista della storia. In un mondo ‘glocale’, dominato dal movimento, in cui sembra indebolito ogni interesse generale e in cui le innovazioni trascendono ampiamente i poteri pubblici (pensiamo alle Big tech), Milano e la Lombardia - questo è almeno ciò che mi ha impegnato per tutta la vita - possono rappresentare ‘la sveglia’: non possiamo separare innovazione e valori, non possiamo sperare in istituzioni ‘giuste’ se non le costruiamo su saperi aggiornati”.
(Credits: Fondazione Giannino Bassetti)
La digitalizzazione dell’Archivio Piero Bassetti è in corso, grazie all’apporto di un giovane esperto in Digital humanities e applicazione di Intelligenza artificiale al patrimonio archivistico, il dottorando Dario Baldini.