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29/05/2025

Smart City dopo il PNRR: innovazione, sostenibilità e nodo economico

Il mercato attuale e gli orizzonti di questo spazio, sintesi di transizione ecologica e digitale

Redazione Open Innovation

Una Smart City utilizza tecnologie digitali e soluzioni innovative per migliorare la qualità della vita dei propri abitanti, ottimizzare i servizi e promuovere uno sviluppo sostenibile. 

Rappresenta, quindi, un’evoluzione della città tradizionale e punta a una migliore gestione delle risorse, a una mobilità più efficiente e a incrementare la sicurezza.

Tipicamente, tra i vantaggi più comuni che una città intelligente porta in dote, annoveriamo:

  • la riduzione dei consumi energetici
  • l’ottimizzazione della raccolta dei rifiuti
  • lo sviluppo del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile
  • la digitalizzazione dei servizi per i cittadini.

In un contesto mondiale in profondo mutamento, caratterizzato da cambiamenti climatici e crisi energetiche, anche le città sono chiamate a diventare sempre più autosufficienti nella gestione efficiente delle risorse e a creare un ambiente più accessibile e resiliente.

Smart City e PNRR

Partendo da questo presupposto, possiamo pensare alla Smart City come al luogo ideale in cui coniugare trasformazione digitale e transizione ecologica.

Si tratta di tematiche fondanti per il PNRR, che infatti si concentra su elementi e obiettivi riconducibili alle Smart City attraverso:

  • la Missione 1 di Digitalizzazione e Innovazione che promuove, tra gli altri, progetti di Mobility a as a Service (MaaS);
  • la Missione 2 di Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, nella quale si articolano diversi interventi abilitati dalle città intelligenti e connessi con la digitalizzazione del territorio
  • la Missione 5 di Inclusione e Coesione, con investimenti in Rigenerazione Urbana

Lo scenario italiano e le aree di sviluppo urbano intelligente

Secondo quanto emerso dall’ultima ricerca condotta dall’Osservatorio Smart City del Politecnico di Milano, recentemente presentata al convegno “Smart City: dove innovazione e sostenibilità si incontrano”, il mercato italiano delle città intelligenti ha raggiunto nel 2024 il valore di 1,05 miliardi di euro, facendo registrare una crescita del + 5% rispetto all’anno precedente.

Al di là degli aspetti economici, l’indagine rileva quanto le città intelligenti stiano diventando imprescindibili nelle agende delle amministrazioni locali: durante lo scorso anno il 42% dei comuni presi in analisi ha avviato progetti e il 91% ha dichiarato di volerlo fare nei prossimi due anni.

Sebbene troviamo, tra le iniziative più diffuse, l’implementazione di soluzioni di sicurezza e sorveglianza (adottati dal 27% dei comuni nel biennio 2023-24), e lo sviluppo di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), le principali aree di sviluppo urbano intelligente e di investimento continuano a essere quella dell’illuminazione pubblica, con circa 240 milioni di euro, pari al 23% del totale, e quella della mobilità intelligente, con circa 215 milioni di euro, pari al 20% del totale.

Città intelligenti e Case History del territorio lombardo

Proprio all’interno del territorio lombardo possiamo citare il caso del Comune di Brescia, che ha integrato in un’unica soluzione all’avanguardia alcuni dei principali ambiti di intervento sopra citati.

Il progetto "City Plug Lamp" ha previsto, per la prima volta in Italia, l’installazione di 8 lampioni intelligenti dotati di 16 prese per veicoli elettrici nel parcheggio situato in prossimità della stazione della metropolitana di Brescia Due. I nuovi pali della luce sono degli hub multifunzionali in grado di garantire illuminazione ad alta efficienza e, contemporaneamente, permettere la ricarica per veicoli elettrici “City Plug”, ma anche di ospitare dispositivi di videosorveglianza e connettività 5G.

Gli innovativi lampioni sono progettati, inoltre, per massimizzare l’uso delle infrastrutture senza ulteriore occupazione di suolo pubblico, contribuendo alla transizione verso una città più sostenibile e tecnologicamente avanzata e ad aumentare i punti luce del parcheggio, migliorando la percezione di sicurezza della zona.

Più strettamente connesso all’ambito della mobilità sostenibile, possiamo ricordare come Milano sia stata scelta, all’interno dell’iniziativa MaaS for Italy, come città sperimentatrice del modello Mobility as a Service (MaaS), concetto di mobilità che prevede l’integrazione di molteplici servizi di trasporto pubblico e privato accessibili grazie a un unico canale digitale, e di un Living Lab, ovvero un ecosistema di innovazione aperta che coniuga processi di ricerca e innovazione in condizioni reali, per testare la guida connessa e autonoma, grazie ai finanziamenti messi a disposizione proprio dal PNRR

Il Comune di Milano ha individuato un’area di sperimentazione particolarmente significativa, che coincide con una porzione del percorso della linea di trasporto pubblico 90-91, filoviaria che riveste un ruolo fondamentale nelle soluzioni di mobilità offerte dalla città (è operativa tutto l’anno 24 ore su 24).

In questo tratto, lungo 5 km, sono stati installati sensori di videoanalisi su 23 intersezioni, road side unit per la comunicazione con i veicoli nel segmento compreso tra piazzale Piola e viale A. Doria, sistemi conta-passeggeri alle fermate e sui mezzi di trasporto pubblico ed è stata implementata una piattaforma centrale IoT di elaborazione dei dati e di controllo.

L’obiettivo finale è quello di testare soluzioni innovative per aumentare la connettività, l’intermodalità e per rispondere alle esigenze dei cittadini in termini di maggiore comfort e sicurezza e ottimizzazione del tempo di viaggio.

Intelligenza Artificiale e sostenibilità economica nel futuro delle Smart Cities

La sperimentazione è sicuramente un passaggio obbligato per consentire l’adozione sicura ed efficace delle soluzioni smart e per valutarne l’impatto prima di prevedere un’introduzione su larga scala. Premesso questo, quali altre sfide dovrà affrontare il settore delle Smart City?

A livello tecnologico, come accade in modo trasversale in molteplici ambiti, si registra fermento attorno all’adozione di soluzioni che sfruttino le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale: sempre secondo la ricerca dall’Osservatorio Smart City, il 35% dei Comuni analizzati ha dichiarato l’intenzione di avviare progetti di AI entro il 2027. Se la direzione sembra tracciata, al momento il processo di adozione è limitato: soltanto il 4% dei comuni italiani ha avviato, infatti, progetti che ne contemplino l’uso, principalmente su cittadinanza digitale e sicurezza.

I motivi sono strutturali: solo due comuni su dieci hanno un team interno dedicato e restano poi preoccupazioni diffuse riguardo sicurezza dei dati, tutela della privacy, governance e risorse finanziare insufficienti.

Il tema della sostenibilità economica è sicuramente un altro punto cruciale, da cui dipenderà una quota importante del futuro della Smart City: con l’avvicinarsi della conclusione dei finanziamenti previsti dal PNRR, le amministrazioni locali potrebbero incontrare difficoltà nel sostenere i livelli di spesa raggiunti durante la sua attuazione.

Per garantire la continuità delle soluzioni adottate e non disperdere i risultati ottenuti, diventerà sempre più fondamentale identificare un nesso evidente tra progettualità implementate e benefici economici, in termini di aumento delle entrate o diminuzione dei costi.

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