Educare a un uso corretto e consapevole dell’informazione, dei media e in generale del mondo digitale, partendo da un laboratorio fondamentale: la scuola. A due anni dal Piano Nazionale Scuola Digitale nasce il Curriculum di Educazione Civica Digitale, uno strumento ideato dal Miur per la definizione di un nuovo rapporto tra il nostro sistema educativo e l’innovazione tecnologica, in grado di traghettare il nostro Paese verso il futuro. Ma in modo, appunto, pienamente consapevole.
Per educazione civica digitale si intende una nuova dimensione che aggiorna e integra l’educazione civica, con lo scopo di consolidare ulteriormente il ruolo della scuola nella formazione di cittadini in grado di partecipare attivamente alla vita democratica. Spirito critico e responsabilità sono le parole chiave: in un mondo in cui le tecnologie sono diventate centrali per ogni attività umana, e lo saranno a maggior ragione nei prossimi decenni, per la formazione di veri cittadini digitali è necessario aiutare gli studenti a capire cosa avviene dietro le quinte delle tante tecnologie utilizzate ogni giorno.
Tra gli obiettivi specifici previsti dal Curriculum di Educazione Civica Digitale: sviluppare comportamenti positivi in Rete e sui social, o imparare a gestire i principali rischi e il proprio tempo orientandosi tra media digitali sempre più pervasivi. E, ancora, comprendere il valore di Internet - grazie alla conoscenza della sua architettura - e le implicazioni che la rete sta avendo su lavoro, socialità e sulla propria sfera personale. Una competenza riconosciuta come fondamentale da acquisire è poi la capacità di riconoscere una fonte autorevole sul web, la qualità e la completezza di ciò che è scritto online; di capire il ruolo e il valore di dati e algoritmi; di comprendere i meccanismi di produzione e consumo dei videogiochi; così come di imparare a conoscere le professioni, attuali e future, legate alla creatività digitale.
COM’E STATO SVILUPPATO IL CURRICULUM
Il nuovo strumento è stato impostato consultando oltre 120 organizzazioni tra istituzioni, mondo accademico, società civile e altri attori impegnati – non necessariamente in campo formativo – sui temi in questione. A partire da AGCOM, Garante per la Privacy e Mibact, fino emittenti televisive come RAI e Sky e testate giornalistiche come AGI e Sole24Ore. Tantissime anche le università di tutta Italia, tra cui il centro CREMIT dell’Università Cattolica di Milano e l’Università Milano Bicocca, dove sono diversi i corsi già attivi sui temi della rivoluzione digitale. A queste realtà si aggiungono il CNR e il suo storico lavoro trentennale nello sviluppo di Internet in Italia e nella gestione del dominio “.it”. Coinvolti anche i grandi player del digitale come, ad esempio, Google, Facebook, Samsung (già membri del Consorzio Generazioni Connesse), Cisco, Adobe, Linkedin e Qwant.
A questi poi, si aggiunge una lista lunga e autorevole di partner della società civile: dall’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) a Fondazione ASPHI (impegnati nelle tecnologie didattiche per una piena inclusione), da Save the Children a Telefono Azzurro, da Parole Ostili al CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze, dalla Wikimedia Foundation a Skuola.net, da Fondazione Human Age Institute a Forum per il Libro.
LE PARTI DEL CURRICULUM
Il sillabo – composto da cinque parti - ha lo scopo di inquadrare il corpus di temi e contenuti che sono alla base dello sviluppo di una piena cittadinanza digitale degli studenti attraverso il percorso educativo
La prima parte chiede alle scuole di sviluppare una generale comprensione del cambiamento, originato dalla convergenza tra tecnologie digitali e connettività. Internet è metafora culturale della rivoluzione comunicativa, informativa ma anche economica e sociale in corso.
La seconda parte guarda invece all’educazione ai media. Si tratta di un’area che è tradizionalmente stata associata ai rischi individuali e sociali connessi alla Rete, ma che oltre a questo ha tantissimo da dire nello sviluppo di strategie comportamentali positive da parte degli studenti.
La terza parte affronta l’educazione all’informazione (information literacy). Anche in questo caso, non si tratta solo di un tema di sviluppo di competenze tecniche per la ricerca, raccolta, utilizzo e conservazione di informazioni, ma di mettere gli studenti nelle condizioni di investigare le dinamiche di origine del profondo cambiamento in atto nell’ecosistema di produzione e distribuzione delle news.
Associata all’educazione all’informazione vi è una quarta parte, legata alle implicazioni di quantificazione e computazione diffusa, le quali hanno già un impatto profondissimo nel modo in cui le organizzazioni e la nostra società in generale affrontano grandi questioni sociali, economiche, politiche, culturali e anche etiche. L’obiettivo di questa sezione è preparare gli studenti a un futuro in cui le grandi questioni etiche legate allo sviluppo tecnologico saranno centrali nel dibattito politico di tutto il mondo.
La quinta parte, infine, vuole ricordare che i media digitali non sono solo strumenti, ma oggetti culturali: il Curriculum di Educazione Digitale vuole affrontare lo stare in Rete e in ambienti digitali attraverso la creatività, il gioco, la creazione di nuovi generi e narrative, ma anche la responsabilizzazione verso le implicazioni del creare e diffondere contenuti in Rete.
Ulteriori informazioni sono disponibili al link: http://www.generazioniconnesse.it/site/it/educazione-civica-digitale/