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21/10/2020

Myfoody, così un’App mette insieme risparmio e lotta agli sprechi alimentari

La startup la presenta su Lombardia 2030, iniziativa di Regione Lombarda sullo Sviluppo Sostenibile

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Trovare prodotti alimentari scontati fino al 50% nei punti vendita più vicini, ed evitare così sprechi importanti senza perdere in qualità.

Questo l’obiettivo che Myfoody - la prima startup italiana impegnata nella lotta contro gli sprechi alimentari - permette di raggiungere grazie a una semplice App.

Così infatti ognuno può visualizzare direttamente sul proprio smartphone la mappa dei supermercati più vicini e tutto un elenco di prodotti: da quelli prossimi alla scadenza, che se non consumati andrebbero presto buttati, alle confezioni integre ma magari ammaccate e quindi esteticamente meno ‘appetibili’ per il consumatore.

Il tema dello spreco alimentare è centrale in un modello di svilppo più sostenibile, a cui si ispirano i 17 Obiettivi SvS dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Anzitutto per la lotta alla fame nel mondo diventa fondamentale non sprecare il cibo: a livello di produzione, di distribuzione e di consumo. È su questi due ultimi livelli che mira a incidere Myfoody: innescando comportamenti virtuosi nelle catene distributive come nel cittadino-consumatore.

Scopri la sezione “Lombardia 2030” di questa piattaforma.

Clicca qui per guardare la presentazione di Myfoody.

I numeri dicono che questa è la strada da percorrere. Anche perché ridurre lo spreco a livello individuale è possibile. Lo testimonia il rapporto 2020 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market - Swg, presentato quest’anno in occaione della settimana giornata nazionale contro lo spreco alimentare.

I numeri dello spreco alimentare

Per la prima volta in dieci anni, ovvero da quando vengono monitorati i consumi domestici reali (quelli misurati nelle case degli italiani attraverso il test dei Diari di Famiglia, promossi sempre da Last Minute Market), i dati registrano un calo di circa il 25%.

Ancora nel 2019 però lo spreco alimentare in Italia valeva lo 0,88% del PIL ovvero qualcosa come oltre 15 miliardi euro: somma dello spreco alimentare di filiera (produzione – distribuzione), pari a oltre 3 miliardi e al 21,1% del totale, e dello spreco alimentare domestico reale che rappresentava ben i 4/5 dello spreco complessivo di cibo in Italia, per un valore di quasi 12 milioni di euro.  

Lo spreco alimentare è dunque una questione etica, sociale, economica ma anche ambientale, dal momento che la produzione di cibo ha un impatto dal punto di vista energetico e di emissioni nocive (per una quota che varia dal 15% al 25% a seconda dei report). Impatto che diventa doppiamente dannoso, se legato alla produzione di alimenti che poi finiscono per non essere consumati e dunque per essere sprecati.

 

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