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Business coaching nello strumento per le PMI
di Laura Savini
Uno spazio di confronto per i coach e le imprese, per condividere esperienze,segnalare eventuale criticità e raccogliere idee e suggerimenti
Uno degli elementi qualificanti dello “ Strumento per le PMI” è quello di impostare un percorso complessi vo per le imprese che comprende, non soltanto un importante contributo finanziario, ma anche un affiancamento dell’impresa con figure altamente qualificate i business coach con l’obiettivo di migliorare le chance di successo commerciale del progetto.
I coach, come si evidenzia anche dai requisiti del bando pubblicato dalla Commissione Europea, sono professionisti e/o imprenditori di successo con una consolidata ed ampia esperienza nel management dell’innovazione maturata in contesti imprenditoriali caratterizzati da una forte crescita e d innovazione.
L’individuazione del coach avviene sulla base di una “need analysis” svolta dai cosidetti KAM (Key Account Manager) esperti della rete Enterprise Europe Network (EEN) che individuano insieme alla impresa le esigenze specifiche di coaching e le incrociano con le competenze dei coach accompagnando l’impresa in questo percorso.
Nella nostra esperienza sul campo come KAM (la rete EEN è rappresentata in Lombardia dal consorzio Simpler di cui Finlombarda è coordinatore) abbiamo notato che non sempre le imprese sono consapevoli dell’apporto che il coach può offrire e della differenza tra il suo ruolo e quello di un consulente aziendale. Del resto il business coaching è un approccio molto più diffuso nei paesi anglosassoni e nordici che da noi, nonostante questo, i ritorni che abbiamo avuto dalle imprese che hanno utilizzato questo servizio sono stati positivi
Chiediamo ai coach ed alle imprese di animare questa discussione e condividere le proprie esperienze
Un grazie a tutti
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Ersilio Lodetti
27/05/2016 at 09:17
La figura del coach, come sottolinea bene Paolo Franceschini, deve fornire un metodo all’azienda in cui opera. Un metodo composto da strumenti, tecniche, ma anche da una diversa modalità di approccio al business. Fare impresa oggi implica competenze gestionali su più fronti e molti imprenditori, pur con idee brillanti, non sanno come muoversi all’interno di un panorama globale.
Vorrei portare il mio contributo in questa discussione dal punto di vista delle aziende, parlando dell'attività di coaching svolta con la realtà presso cui lavoro, un’azienda tecnologicamente all’avanguardia, dotata di un processo di gestione del lavoro con un grado di strutturazione di alto livello per una PMI, attenta ai nuovi modelli di comunicazione del web 2.0. L’azienda ML Engraving, leader nel settore dell’incisione laser su stampi, ha partecipato e vinto lo Strumento PMI con un progetto valido e innovativo. L’intervento dei coach ha stimolato la direzione (e anche il sottoscritto) a misurarsi con temi che esulavano dalla programmazione a breve termine dei flussi di lavoro.
Gli obiettivi principali dell’intervento di coaching hanno riguardato la costruzione di una visione più strategica e di medio periodo per lo sviluppo del progetto.
I numerosi incontri, il confronto con partner da tutta Europa, le relazioni con l’Unione Europea, sono un banco di prova importante che difficilmente si può affrontare senza preparazione ed esperienza e quindi il ruolo del coach non è quello di prendere decisioni “al posto di”, ma di interrogare la direzione e pungolarla affinchè sviluppi una forma mentis adeguata.
Lavorare a stretto contatto con figure professionali di questo livello è sempre stimolante e richiede un certo sforzo, ma una volta create le basi di questo cambiamento manageriale, l’azienda sarà pronta ad affrontare le altre sfide che deciderà di intraprendere.
Ing. Ersilio Lodetti
Paolo Franceschini
17/05/2016 at 12:43
E' importante comprendere le differenze tra i vari approcci che possono essere forniti nel supportare l'azienda come soggetto esterno. Durante l'induction meeting tenutosi a Bruxelles organizzato da EASME (evento finalizzato a formare ed allineare i coach su metodi e concetti comuni), ci sono state fornite tre definizioni per gli altrettanti ruoli che possono essere ricoperti nel fornire un supporto ad un'azienda:
1. Consulente: esegue una determinata attività al posto dell'imprenditore. Ad es: consulente legale;
2. Mentor: cito testualmente "baby sitting". Il mentor è chiamato a supportare un progetto aziendale nella sua fase iniziale, ricoprendo un ruolo di consigliere:
3. Coach: deve fornire strumenti, metodi che l'azienda deve essere poi in grado di gestire in maniera autonoma.
Per meglio comprendere le differenze fra i tre approcci, può essere utile riportare la descrizione del caso aziendale che ho seguito lo scorsco anno.
Nella mia esperienza come coach ho supportato un'azienda in fase di startup nella validazione del proprio modello di business. Il progetto prevedeva una verifica della soluzione sul mercato italiano ed una successiva validazione dei risultati ottenuti su uno dei mercati target esteri. Ho introdotto in azienda due strumenti della metodologia lean startup (i.e. value proposition canvas e Javelin Board), fornendo al team un primo supporto per l'applicazione dei tool in maniera rapida ed efficace. Il processo ha funzionato. Da un primo test sul mercato italiano, l'azienda ha proseguito il progetto effettuando una missione sul mercato estero. I risultati ottenuti hanno consentito all'azienda di definire la propria strategia di replicazione del prodotto, soprattutto in considerazione delle differenze demografiche dei clienti target nei due mercati considerati. Ad oggi, l'azienda è alla ricerca di partner che le consentano un veloce lancio in almeno 5 paesi dell'Unione Europea.
Credo sia stato fondamentale impostare fin dall'inizio il progetto nella forma del coaching, in modo da consentire all'azienda di gestire in piena autonomia i metodi e gli strumenti introdotti.
Un approccio di tipo consulenziale avrebbe probabilmente rallentato il processo di replicazione, non consentendo all'azienda di acquisire la necessaria autonomia per realizzare un processo complesso di espansione sui mercati internazionali.
Paolo Franceschini
SME coach
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Raffaella Monteleone
27/05/2016 at 12:06
Ringraziamo Paolo Franceschini e Ersilio Lodetti per gli interessanti interventi.
Ricordiamo a tutte le imprese beneficiarie dello Sme Instrument – e a tutte le imprese interessate a presentare domanda in futuro - che il servizio di mentoring e coaching è un servizio completamente gratuito, fornito attraverso la rete Enterprise Europe Network (EEN), per garantire il massimo raggiungimento delle opportunità di crescita, oltre alla concretizzazione del progetto in un prodotto commercializzabile a livello internazionale.
Durante la Fase 1 alle imprese beneficiarie verranno offerti fino a 3 giorni di coaching, mentre per la Fase 2 fino a 12 giorni di coaching, in aggiunta naturalmente al contributo offerto.
Sarebbe utile poter ricevere anche le testimonianze di imprese che hanno presentato domanda sullo strumento, ma non sono state ammesse a finanziamento oppure di imprese che sono state ammesse solo dopo aver presentato più volte la candidatura. A queste ultime, in particolare, chiediamo di raccontare su quali aspetti si sono maggiormente concentrate per migliorare/rivedere/strutturare la proposta progettuale e/o il business plan, al fine di incrementare le possibilità di successo.
La loro esperienza potrebbe essere di supporto a tutte quelle PMI che ancora non hanno fatto alcun tentativo, ma che intendono candidarsi in futuro.