Una delle maggiori sfide globali attuali è quella di un’agricoltura sostenibile, dal punto di vista ambientale ed economico, in grado di far fronte ai cambiamenti climatici e di sostentare una popolazione in crescita.
Per affrontare questa sfida è nato Agritech, uno dei cinque centri nazionali lanciati nel 2023 e finanziati dal PNRR: il suo obiettivo è favorire e accelerare il trasferimento tecnologico tra Università e impresa su progetti di ricerca nel settore agricolo.
Nello specifico, Agritech punta a mettere a sistema le migliori competenze scientifiche per rendere l’industria agroalimentare italiana più competitiva e sostenibile, in grado cioè di affrontare i cambiamenti climatici, ridurre l’impatto ambientale nel campo dell’agrifood, sviluppare le aree marginali e garantire la sicurezza, la tracciabilità e la tipicità delle filiere.
Lo fa forte del contributo di 51 partner, tra cui 28 università, di un budget di 346 milioni di euro e, a oggi, di 2.000 i ricercatori attivi nel centro Agritech.
Tra i nuovi arruolamenti, 120 dottorati, 120 ricercatori e 248 assegnisti. Il 45% delle nuove persone coinvolte nel progetto a vario titolo sono donne.
Il ruolo della Statale di Milano e dei bandi a cascata
Sono questi i numeri resi noti a due anni dall’avvio del progetto nel corso del convegno “Agritech: Coltivare innovazione per un Futuro Sostenibile”.
Lo ha organizzato a inizio settembre l’Università Statale di Milano, leader dello Spoke 8 del Centro dedicato a “Nuovi modelli di economia circolare in agricoltura attraverso la valorizzazione e il riciclo dei rifiuti”, per cui l’ateneo milanese si occupa della valorizzazione di biomasse in agricoltura.
Vuoi conoscere gli obiettivi concreti dello Spoke 8 coordinato dalla Statale e di Agritech?
Guarda la video intervista al professor Gian Battista Bischetti.
L’incontro si è tenuto negli spazi di Cascina Triulza, nell’Area MIND, ed è stato un’occasione di confronto tra istituzioni, aziende e mondo scientifico sui traguardi raggiunti dal progetto e sulle aspettative del settore agroalimentare.
Un confronto indispensabile per realizzare un circolo virtuoso tra ricerca e impresa, come dimostra il successo dei “bandi a cascata” emanati da ogni Spoke, ovvero opportunità di finanziamento a seguito di un invito a presentare delle proposte. In particolare, lo Spoke coordinato dalla Statale di Milano ha emesso un bando per un finanziamento complessivo di 3,7 milioni di euro a cui hanno risposto 27 partenariati che comprendono 27 enti di ricerca e 54 aziende, e che visto il successo è stato successivamente incrementato di 1,8 milioni di euro.
Le innovazioni tecnologiche allo sviluppo
E sono molte le innovazioni tecnologiche portate avanti dal gruppo di ricerca coordinato dalla Statale e già allo sviluppo in laboratorio, tra cui una tecnica per il recupero del fosforo dai fanghi di depurazione e non secondo tecniche tradizionali, un processo che mira a sostituire i fitofarmaci sintetici con alternative naturali partendo dagli scarti dell’industria conserviera del pomodoro, una procedura per recupero di biomasse tramite processi di natura chimica e biologica per ottenere prodotti a basso consumo di acqua.
“La Statale partecipa a questo strategico progetto per dare soluzioni concrete sul cambiamento climatico e l’impatto che questo ha sulle tecniche agroalimentari ha sottolineato il Rettore Elio Franzini -. La tecnologia sostiene così processi sostenibili: permette di evitare gli sprechi, di migliorare la resa di terreni, di sfruttare materie prime diversamente non utilizzabili, garantendo qualità e sicurezza delle nostre filiere”.