• Lombardia 2030

    “Cyber Scuola per Nonni, con i nipoti meno Digital Divide ed esclusione”

    Su Lombardia 2030 un progetto nato ad Abbiategrasso coinvolgendo il Liceo di Scienze Umane Bachelet

    di Redazione Open Innovation | 28/07/2021

La pandemia di Covid-19 ha reso più evidente il problema, che però non è nato a marzo 2020: in Italia gli over 60 sono ancora in larga parte estranei al web e in generale al mondo delle tecnologie digitali. Con il rischio concreto, di fatto, di una loro esclusione sociale: da relazioni, servizi, informazioni, opportunità.

Proprio a questo rischio - spesso trascurato, ma non per questo meno presente - guarda in modo lungimirante la Cyber Scuola per Nonni: un progetto messo a punto dalla Fondazione Golgi Cenci di Abbiategrasso, in provincia di Milano, per “creare un ponte tra generazioni, coinvolgendo alunni di liceo perché diventino tutor digitali dei propri nonni insegnando loro a usare device e internet”.

Così ci racconta Elena Rolandi, psicologa, psicoterapeuta e ricercatrice della Fondazione, coordinatrice del progetto ora presentato su Lombardia 2030, la sezione di questa piattaforma dedicata alle iniziative che sul territorio portano avanti azioni in linea con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030.

Un tutoraggio personalizzato

Ed ecco l’idea: la Cyber Scuola per Nonni prenderà il via nel prossimo anno scolastico 2021/2022, durante il quale Rolandi - psicologa esperta di invecchiamento - terrà un corso per formare gli studenti delle classi terze del Liceo delle Scienze Umane dell’Istituto d’Istruzione Superiore (IIS) Bachelet di Abbiategrasso come, appunto, tutor dei parenti over 65.

A ragazzi e ragazze di 16-17 anni, nativi digitali, verrà spiegato come coinvolgere gli anziani ‘analogici’, e cosa insegnare loro perché smartphone, pc, rete, social network non rappresentino più un mistero, un mondo sconosciuto magari anche temibile. Ma ognuno di loro sarà libero di scegliere come arrivare all’obiettivo: le lezioni ai nonni saranno assolutamente personalizzate, unica parola d’ordine quella di non lasciare indietro nessuno.

Prima di iniziare la seconda parte del progetto, quella delle lezioni dei ragazzi agli anziani, la Cyber Scuola donerà poi un tablet a tutti i nonni coinvolti che non possiedono ancora un collegamento Internet: a fornirli sarà un’azienda specializzata proprio nella produzione di device progettati per gli over 60, facili da usare

Nessun device

Casi isolati? Assolutamente no, assicura Rolandi. Basta guardare ai dati nazionali (Istat 2019), secondo cui solo il 34% delle famiglie over 65 ha accesso a Internet, contro il 75% della popolazione generale. Insomma “l’accesso al digitale tra gli over 60 in Italia è ancora molto molto basso, sia in relazione alle altre fasce di età sia in confronto alla media degli anziani in Europa”. Una sproporzione evidente, un Digital Divide che prescinde anche dalle condizioni economiche e che senza interventi correttivi “può solo aumentare, consegnando gli anziani all’emarginazione sociale”.

Dalla media nazionale alla ricerca locale, i numeri non cambiano. La Fondazione Golgi Cenci - specializzata in problematiche legate all’invecchiamento e sulle patologie correlate - ha condotto ad Abbiategrasso uno studio significativo. “Nel 2019 avevamo già collaborato con l’IIS Bachelet, in quel caso chiedendo agli studenti di compilare un breve sondaggio dopo aver intervistato i propri nonni al telefono”.

Lo studio preliminare ad Abbiategrasso

I risultati sono eloquenti. “Dei 500 anziani coinvolti, di età molto variabile perché compresa tra 60 e 90 anni, ben il 40% è risultato non avere nessuna competenza né strumento digitale a disposizione”. Sono quelli che il progetto chiama “nonni analogici”, per cui l’era dello smartphone non si è mai aperta. Addirittura, alcuni over 80 hanno raccontato - tramite i nipoti - “di non aver mai avuto neanche il telefono cellulare, e di essersi fermati al numero fisso di casa”.

Non solo: il sondaggio voleva anche indagare la propensione degli anziani a imparare a gestire device e accesso al web. Ebbene, proprio la minoranza - comunque rilevante - dei nonni analogici, quella dunque più bisognosa di aiuto, è quella che ha mostrato maggiore diffidenza verso l’universo del digitale. “In un mondo che cambia tanto velocemente, e che continuerà a farlo ancora più in fretta, si tratta di persone a rischio di una totale esclusione sociale - riassume la psicologa -: dai servizi sempre più digitali, da informazioni importanti, dalla connessione con chi li circonda”.

Cosa impareranno i nonni

Da qui allora è nata l’idea della Cyber Scuola per nonni. “La nostra indagine ha confermato quello che già altri studi hanno fatto emergere, e cioè - spiega Rolandi - che il contesto di apprendimento preferito dagli anziani è quello legato alla propria cerchia relazionale, composta da figli e nipoti”.

Il coinvolgimento dei nipoti promette dunque di essere lo strumento più efficace per appassionare i nonni, anche i più restii, alle nuove tecnologie. Agli studenti toccherà un compito comunque non semplice: dovranno insegnare loro non solo ad accedere a Internet ma anche come frequentare il web senza rischi. E dunque spiegare loro come verificare le fonti, per non cadere nella trappola delle fake news, a tutelare la propria privacy - “un tema che sappiamo essere molto sentito dagli anziani - e ad evitare le tante truffe on line.

Il compito di Rolandi sarà dunque proprio quello di formare gli alunni del Bachelet perché siano in grado di “educare i nonni anche a uso consapevole del web, con le sue opportunità e i suoi rischi. E anzi, vista la maggiore esperienza degli anziani speriamo che da loro possa venire un aiuto ai più giovani ad esempio sul tema della privacy, a essere più saggi sulla gestione della propria immagine on line e sui social media”.

Per un invecchiamento attivo

Combattere l’esclusione degli anziani è infatti solo il primo passo per favorire una loro partecipazione attiva e piena nella società che li circonda. Oggi, come domani: “Relazioni sociali e benessere psicologico sono fondamentali per un invecchiamento attivo e in salute - conclude la coordinatrice del progetto -. Senza contare che abbiamo bisogno anche delle competenze degli anziani”.

Il progetto della Cyber Scuola per nonni, selezionato per la terza call di Bicocca Università del Crowdfunding (BiUniCrowd), è stato finanziato con una raccolta fondi sulla piattaforma Produzioni dal Basso: impostata sul modello ‘tutto o niente’, ha visto centrare l’obiettivo di arrivare a 5 mila euro in due mesi e per questo la Fondazione Comunitaria del Ticino Olona - che condivideva gli obiettivi del progetto di Cyber Scuola - ha donato altrettanto. Quanto raccolto in più andrà a coprire le spese per i tablet da donare. La speranza è di raggiungere circa 100 nonni.

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