• Lombardia 2030

    “ERRE2, la nostra rete per i ragazzi a rischio di abbandono scolastico”

    Il progetto al via a Bergamo con aule STEM e musicali, didattica innovativa, supporto alle famiglie

    di Redazione Open Innovation | 26/05/2021

L’unione fa la forza: e ne serve molta, per contrastare un fenomeno insidioso e sempre allarmante come quello dell’abbandono scolastico. Anche in un territorio ricco di opportunità come Bergamo, dove pure la percentuale di ragazzini e ragazzine che lasciano la scuola rimane preoccupante e può arrivare, in alcune zone particolari, addirittura al 20%.

I dati li mette in fila Laura Bonaita, responsabile del progetto triennale di Opera Diocesana Patronato S. Vincenzo che proprio da questi numeri ha preso le mosse: frutto di un’inedita alleanza tra forze diverse del territorio, una vera e propria “rete” capace di intercettare alunni e alunne a rischio abbandono prima che questi, demotivati, dicano per sempre addio alle aule.

Il progetto è “ERRE2 - Risorse di Rete”, che partito ufficialmente a ottobre 2020 entra ora nel vivo con l’avvio di alcuni centri estivi e 16 “Case del sapere” già allestite in una serie di istituti, per far sperimentare da settembre ai ragazzi coinvolti una didattica innovativa, capace di rimotivarli allo studio. Mentre il 26 maggio parte il primo webinar dedicato in modo specifico ai genitori, per aiutarli a riconoscere e gestire le emozioni degli alunni in difficoltà a scuola. Al momento i genitori iscritti sono 65.

Per la sua valenza sociale, “ERRE2” viene presentato su “Lombardia 2030”, la sezione di questa piattaforma dedicata alle iniziative che sul territorio realizzano i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030.

I numeri del progetto

Pensato appunto a partire da numeri precisi, registrati già nel 2019, ERRE2 si è trovato pronto a partire proprio nell’anno della pandemia. Dopo lo stop forzato alle prime attività, previste originariamente in presenza, ora muove i primi passi affrontando tutta la pesante ‘eredità’ di mesi di Didattica a distanza.

“Ci rivolgiamo ai ragazzi più fragili, quelli che più hanno sofferto durante la DAD e i mesi di lockdown”, spiega dunque Bonaita, responsabile ufficio progettazione dell’AFP - Associazione Formazione Professionale del Patronato San Vincenzo, “o che magari hanno difficoltà aggiuntive, dovute a situazioni familiari complesse”.

Sono le stesse scuole aderenti nel progetto a segnalare chi è a rischio abbandono e può dunque venire convolto: si tratta del segmento delle medie di 4 Istituti Comprensivi, di 2 centri di formazione professionale e di un istituto professionale.

Con loro si è attivata una rete di ben 23 soggetti, guidati appunto da Opera Diocesana Patronato S. Vincenzo che è anche capofila del progetto, nato in concreto dal bando “Un passo avanti” contro la povertà educativa dell’impresa sociale “Con i Bambini”. “L’idea era quella di mettere insieme tutti gli attori che possono incontrare e sostenere questi ragazzi a rischio, dai servizi sociali a quelli pedagogici ma non solo - spiega allora Gabriele di Marco di Opera Diocesana Patronato S. Vincenzo: ci sono associazioni, enti, ovviamente le scuole ma anche le imprese, tramite Confindustria Bergamo. Oppure l’ASST Papa Giovanni XXII, per la presa in carico dei soggetti con eventuali problematiche specifiche nell’apprendimento, o realtà come Managernoprofit, l’incubatore Kilometro Rosso e SESAAB Spa.

Insieme, guardano i dati: nel 2019, a Bergamo i NEET - giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano né studiano - rappresentavano il 17,1% del totale, nello stesso anno il Rapporto Openpolis sulla dispersione scolastica registrava in città un tasso di abbandono del 9,3%, con punte del 20% a sud della città, in un’area già segnata da alti tassi di criminalità come quella di Verdellino-Zingonia.

La proposta educativa

Non a caso, quest’ultima è tra i quattro territori su cui si concentrerà “ERRE2”, insieme ai quartieri della periferia Malpensata, Celadina, Longuelo, come aree in cui si segnala un problema di povertà educativa. Quanto alle strategie educative messe in campo, “abbiamo pensato anzitutto a una didattica coinvolgente, diversa, più centrata sul ‘saper fare’, sull’apprendimento informale e ‘peer to peer’, cioè tra pari”, spiega la responsabile Bonaita.

Ecco allora “la ristrutturazione di spazi ad hoc nelle scuole aderenti e gli allestimenti”, a carico del progetto, per far nascere 16 “Case del sapere”, “in concreto aule innovative dedicate a temi che possano rispecchiare interessi e passioni degli alunni”, aggiunge Di Marco. Spazi progettati per essere “dinamici, senza banchi”, come sottolinea Bonaita.

Una delle Case è dedicata ad esempio a lettura, ricerca e condivisione dei saperi, con tanto di divano per il ‘brainstorming’; un’altra, centrata sui linguaggi, punta più sulle dotazioni tecnologiche con postazioni pc e altri device. Ma c’è anche un’aula di musica con batteria, piano e chitarra, e quella a cura dell’Associazione FabLab Bergamo - l’officina di makers - con stampante 3D e programmi per la progettazione CAD.

Altri ‘temi di studio’ sono o saranno Moda, Benessere, Green, Cucina, Nuovo artigianato, “Melting Food", “Melting Ort: tutto quello, insomma, che può fare dell’apprendimento una gioia e un interesse personale, prima che un obbligo scolastico. I corsi per formare i docenti alla didattica innovativa delle Case partiranno a settembre, così da aprire queste aule ai ragazzi aderenti al progetto il prossimo ottobre.

In questi mesi si terranno invece due CRE - Centri Ricreativi Estivi, uno tecnologico a cura del FabLab e uno artistico-creativo a cura della Cooperativa Impronta. Mentre il secondo webinar per i genitori è previsto il 31 maggio.

Il progetto dunque entra nel vivo: in tutto, mobiliterà risorse per 1 milione e 63 mila euro, di cui 869 mila finanziate dell’impresa sociale “Con i Bambini”.

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