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Premio Lombardia è Ricerca

11/10/2023

Immunoterapia e CAR-T: a Rosenberg e June il Premio “Lombardia è Ricerca” 2023

Per aver aperto un nuovo orizzonte: le cellule dei pazienti, naturali e riprogrammate, come farmaci

Redazione Open Innovation

Redazione Open Innovation

Regione Lombardia

Il Premio internazionale “Lombardia è ricerca” 2023 va a Steven A. Rosenberg e Carl H. June, due pionieri della ricerca sull’immunoterapia, trattamento risultato determinante nella lotta a diverse forme di tumore prima non curabili.

Lo fanno sapere il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e l’assessore alla Ricerca, Innovazione e Università, Alessandro Fermi, dopo che la giuria composta da 14 top scientists e presieduta da Marco Bianchi (professore dell’Università Vita Salute San Raffaele di Milano, fondatore e socio di HMGBiotech srl e grande esperto delle proteine nucleari HMGB che promuovono risposte infiammatorie, immunitarie e di rigenerazione del tessuto danneggiato) ha indicato loro come vincitori del riconoscimento da 1 milione di euro che sarà formalmente consegnato il prossimo 8 novembre al Teatro alla Scala nel corso della ‘Giornata della Ricerca’, dedicata alla memoria di Umberto Veronesi e i incentrata, quest’anno, su “Modelli innovativi di cura, terapia e prevenzione”.

Per sapere di più sulla Giornata della Ricerca, clicca qui.

Le motivazioni ufficiali della Giuria

“Il premio ‘Lombardia è ricerca’ 2023 è stato assegnato a Steven A. Rosenberg e Carl H. June per aver sviluppato l’immunoterapia con cellule naturali e con cellule riprogrammate geneticamente. L’immunoterapia, uno dei grandi successi della medicina moderna, è il trattamento dei tumori con cellule del sistema immune del paziente che faranno da killer nei confronti delle cellule tumorali. Un’altra forma di immunoterapia, quella con anticorpi monoclonali diretti verso i cosiddetti checkpoint inhibitors, rimuove i freni alle cellule immunitarie, senza doverle isolare dal paziente. A seconda del tipo di tumore, una frazione considerevole di pazienti viene curata completamente e non ha ricadute”.

Presidente Fontana: Lombardia valorizza ruolo innovazione in medicina

“Con questo riconoscimento – ha detto Fontana, che ha incontrato il professor Marco Emilio Bianchi insieme all’assessore Fermi – Regione Lombardia ha valorizzato il ruolo fondamentale dell’innovazione in medicina, e il suo impatto sulla vita quotidiana dei cittadini. L’utilizzo di cellule immunitarie derivate dal paziente e riprogrammate, secondo il protocollo individuato da Rosenberg e poi agli sviluppi proposti da June, ha permesso a diversi malati che non rispondevano alle terapie di guarire completamente. Anche quest’anno il 70% del premio dovrà essere investito in Lombardia, e siamo certi che ne potranno beneficiare diversi nostri concittadini”.

Fermi: orgoglioso, fondi consentiranno di proseguire studi importanti

“È con un pizzico di emozione – ha aggiunto Alessandro Fermi – che oggi ho appreso i nomi dei vincitori del Premio della Ricerca. Si tratta senza dubbio di uno degli eventi centrali del mio assessorato e sapere che i fondi messi a disposizione dalla Regione saranno utilizzati per proseguire studi o ricerche così importanti mi riempie di orgoglio. Poter fornire alle persone malate di tumore un motivo in più per sperare nella guarigione credo che sia una delle notizie più belle che potremo comunicare durante l’attesissima Giornata della Ricerca”.

Perché l’immunoterapia: una scelta innovativa

L’immunoterapia con cellule derivate dal paziente rappresenta una svolta nella lotta contro il cancro: dopo decenni in cui chirurgia, radioterapia e chemioterapia hanno costituito le uniche opzioni, oggi ha affiancato le terapie tradizionali come terapia innovativa con risultati promettenti per forme di cancro altrimenti non trattabili.

Questo approccio per la prima volta utilizza le cellule stesse dei pazienti come strumento terapeutico, dunque come potenziale farmaco contro il tumore.

Questa è dunque la nuova strada aperta dalle ricerche di Rosenberg, a cui quelle di June hanno dato seguito con importanti risultati.

Si tratta di un cambio di passo che la Giuria internazionale ha voluto riconoscere attribuendo il Premio a Rosenberg e June tra le molte candidature ricevute.

In questo modo l’edizione 2023 del Premio internazionale “Lombardia è Ricerca” Regione Lombardia ha valorizzato il ruolo fondamentale dell’innovazione in medicina, e il suo impatto sulla vita quotidiana dei cittadini.

L’utilizzo di cellule immunitarie derivate dal paziente è stato dunque molto innovativo, senza contare che ha avuto subito implicazioni pratiche: svariati pazienti trattati con cellule immunitarie riprogrammate, attivate secondo il protocollo individuato grazie a Rosenberg e poi agli sviluppi proposti da June, sono guariti completamente. Si trattava di pazienti affetti soprattutto da neoplasie del sistema immunitario, ovvero linfomi e leucemie, che non rispondevano alle terapie convenzionali, oppure da melanomi allora incurabili: persone che dunque senza l’immunoterapia non avrebbero avuto speranze.

La nuova strada aperta da Steven A. Rosenberg

Steven Rosenberg è un chirurgo e immunologo statunitense che lavora ai National Institutes of Health a Bethesda, Maryland. È stato il primo a usare cellule immunitarie per curare il melanoma, tumore cutaneo per il quale all’epoca non c’era terapia. Le cellule furono estratte dai pazienti, fatte crescere in laboratorio e reinfuse nei pazienti assieme a Interleuchina 2, una molecola solubile che porta all’attivazione delle cellule antitumorali. Alcuni pazienti furono curati in modo definitivo usando le loro stesse cellule. La procedura descritta da Rosenberg nel 2002 si chiama trasferimento cellulare adottivo ed è stato il primo esempio di immunoterapia efficace. I limiti del trattamento sono nel piccolo numero di pazienti responsivi, nella necessità di un gran numero di cellule e nella presenza di effetti collaterali indesiderati. Studi successivi dello stesso Rosenberg e di Carl June hanno permesso un deciso passo avanti.

Il contributo di Carl H. June: le cellule CAR-T

Carl H. June è un oncologo e immunologo statunitense, attualmente professore nella Scuola di Medicina Perelman dell’Università di Pennsylvania. June è riuscito a modificare geneticamente le cellule T (le cellule immunitarie che uccidono cellule infettate e cellule tumorali) trasformandole in cellule chimeriche esprimenti un recettore per antigeni tumorali (cellule CAR-T). Si tratta di una invenzione straordinaria perché le cellule CAR-T, che non esistono in natura, possiedono la proprietà di riconoscere e uccidere in modo selettivo le cellule tumorali ma non quelle normali. I primi studi clinici risalgono agli anni 1990 e sono ancora in costante sviluppo, con CAR-T di nuova generazione che hanno garantito la remissione completa a pazienti affetti da leucemie e linfomi refrattari alle terapie standard. Nel 2017 sono state approvate due terapie basate sulle cellule CAR-T, il tisagenlecleucel (Kymriah) e lo axicabtagene ciloleucel (Yescarta) contro la leucemia linfoblastica acuta (B-ALL) e il linfoma diffuso a grandi cellule B.

Le applicazioni odierne e gli orizzonti futuri

Gli studi di Rosenberg e June hanno fornito dunque all’immunoterapia con cellule immunitarie una proof of principle, dimostrando che questo approccio funziona.

L’orizzonte aperto da Rosenberg e June richiederà ancora molti studi: a oggi infatti non tutti i pazienti rispondono all’immunoterapia, senza contare i suoi alti costi di produzione e la presenza, spesso, di pesanti effetti collaterali. Il suo sviluppo futuro sarà quindi quello di aumentare il repertorio di tumori aggredibili raffinando sempre più la creazione di nuove cellule riprogrammate, con specificità sempre più elevata.

Come ricordato dai giurati, dunque, l’immunoterapia ha ancora grandi margini di crescita: da un lato per minimizzarne gli effetti collaterali e dall’altra per massimizzare l’efficacia in un numero crescente di tumori, anche solidi, per i quali sono in corso diverse sperimentazioni.

Intanto, le tecnologie legate all’immunoterapia si sono sviluppate anche in altre direzioni.

Un diverso approccio è centrato sul sistema immunitario: quello per cui si punta ad agire sulle molecole che bloccano la risposta delle cellule immunitarie contro le neoplasie, per ‘togliere il freno’ a tali molecole e attivare tutte le potenzialità di reazione del sistema immunitario contro il cancro.

E ancora, un altro filone di ricerca molto promettente si concentra sul microbiota (l’insieme di microrganismi presente nel nostro corpo) quale elemento in grado di influenzare il sistema immunitario e la sua capacità di difesa.

L’immunoterapia oggi si presenta dunque sempre più come un sistema integrato di approcci. Non si parla inoltre di immunoterapia solo contro i tumori, le applicazioni future potrebbero riguardare anche altre patologie, come ad esempio le malattie autoimmuni. In tutto questo, le intuizioni di Rosenberg e June sono state rivoluzionarie.

La consegna del Premio alla Giornata della Ricerca l’8 novembre

La Giornata della Ricerca, come da tradizione, sarà un vero e proprio momento di festa e spettacolo. Dopo l’apertura musicale affidata a Paolo Fresu e Frida Bollani Magoni, saliranno sul palco per i saluti istituzionali il presidente della Regione Fontana e il ministro Anna Maria Bernini. Quindi sarà la volta di Paolo Veronesi, presidente di Fondazione Veronesi, e dell’assessore Fermi. E poi l’architetto e urbanista Carlo Ratti, la conduttrice Alessia Ventura e Gerry Scotti, da sempre attentissimo al tema della ricerca.

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